Il lusso non scintilla più. Nel 2022, secondo il report annuale di Goldman Sachs, le vendite rallenteranno, con una crescita del 9% contro una precedente previsione del 13,5% mentre per il 2023 è stimato un +8%. A spingere al taglio delle stime è la frenata della Cina, dove si prevede una crescita annua del +5% nel 2022 e nel 2023, mentre precedentemente era rispettivamente +13% e +11%. La Cina vale il 38% del mercato globale e, dunque, le stime al ribasso nel Paese incidono pesantemente anche sulle previsioni globali nel settore del lusso.
Il consumo di beni voluttuari di fascia alta può avere una grandezza maggiore (o minore) a seconda del contesto macro e della fiducia dei consumatori e Goldman Sachs ha legato l’analisi del moltiplicatore del Pil in questo rapporto, basandosi su una stima di crescita globale del -3% per il 2022.
In questo contesto il report evidenzia una stima più positiva per quei marchi che possiedono la capacità di conquistare quote di mercato insieme alla forza finanziaria per supportare la crescita futura e quelli che sembrano interessanti su metriche di valutazione aggiustate per la crescita, come Lvmh, Richemont, Kering, Prada o Burberry.