Dopo 15 mesi di stop forzato, o quanto meno di impossibilità a prevedere un pubblico fisico, anche il settore fieristico rialza la testa e lo fa non solo nel campo della moda o dei motori, ma finalmente anche nel mondo del vino. La valorizzazione del patrimonio enoico italiano giocherà così nuovamente un ruolo primario nella crescita dell’intero comparto.
I primi due eventi che segneranno questo graduale ripristino della normalità, facendo da apripista al ritorno dal vivo di buyer e operatori del nostro Paese, sono OperaWine e Vinitaly Preview, previsti rispettivamente il 19 e 20 giugno. I produttori protagonisti di OperaWine saranno in totale 186, individuati tra quelli selezionati dalla celebre rivista americana Wine Spectator e suddivisi in base al tipo di produzione e alla regione di appartenenza. Fondamentale sarà la presenza di operatori del settore e buyer sia nazionali che esteri, per un totale di 300 persone, che toccheranno dal vivo le eccezionali produzioni dei maestri del Belpaese.
Produzioni che, stando agli ultimi dati dell’Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor, registrerebbero un andamento piuttosto altalenante, con l’export verso la Cina nei primi quattro mesi in crescita del 22% e, al contrario, verso gli USA in flessione del 12%. “Intercettare la ripresa, e con essa nuove quote di posizionamento, è prioritario. E in questo scenario Vinitaly è il brand-strumento del riavvio della promozione del vino italiano nei Paesi obiettivo”. Ed ecco l’impegno prefissato dal direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani determinato a tutto pur di riportare il nostro paese al centro del mondo fieristico.
Tra le regioni più presenti a OperaWine la Toscana con 47 produttori, il Veneto con 23 e il Piemonte con 20. Tra i vini più premiati da Wine Spectator spiccano quindi i rossi, con ben 134 etichette, seguiti dai bianchi fermi a quota 32, dalle bollicine a 17 ed infine dai passiti a 3.