Il covid non ferma la corsa alle vetrine in Galleria Vittorio Emanuele.
La kermesse meneghina per eccellenza si conferma un luogo richiesto per il commercio high-end, almeno a giudicare dalla base d’asta di 3 milioni fissati dal comune per il canone annuo dei locali occupati fino a poche settimane fa dal brand di Index Dutti. Dunque, non è un caso che il settore del lusso è tornato a crescere dello 0-1% nel primo trimestre 2021.
“Il percorso di valorizzazione degli spazi in Galleria Vittorio Emanuele II non si ferma e nessun negozio resterà con le serrande abbassate”, ha detto l’assessore al demanio, Roberto Tasca. “Le ultime gare in ordine di tempo hanno mostrato il riattivarsi di un grande interesse da parte degli operatori economici. Significa che simbolicamente la Galleria è ancora il luogo più attrattivo della città e che esiste la volontà di ripresa che sta interessando tutta la città di Milano”.
Mille metri quadrati di superficie e tre vetrine affacciate sull’ottagono. La boutique di proprietà Inditex si aggiudicò il negozio nell’ottobre 2016, con un’offerta di tre milioni e 100 mila euro l’anno, partendo da una base d’asta di poco più di 977 mila euro. Il brand ha disdetto il contratto a marzo 2021, quasi cinque anni dopo il suo ingresso.
La commissione di gara sarà chiamata a valutare le offerte economiche e tecniche, a cui saranno assegnati rispettivamente fino a un massimo di 60 e 40 punti su un totale di 100. Gli elementi di valutazione dell’offerta tecnica dovranno tener conto che gli spazi in questione sono posti in uno dei luoghi più rappresentativi della città.
Verranno perciò valutate con un punteggio più elevato le proposte merceologiche di prestigio che rappresentino il meglio della tradizione del Made in Italy e internazionale