Cerimonia in diretta streaming, press room online, niente pubblico né applausi. Per la prima volta la presentazione della Guida Michelin 2021 ai migliori ristoranti d’Italia si è svolta in digitale. Il risultato è ottimo per il Bel Paese: confermate tutte le 11 Tre stelle, 3 nuovi Due Stelle (Davide Oldani, Matteo Metullio dell’Harry’s Piccolo di Trieste, Rocco De Santis del Santa Elisabetta di Firenze. Mentre salgono a 26 i nuovi 1 stella.
Nell’anno della pandemia questi sono i numeri della Rossa. «Ci siamo chiesti se dovessimo chiudere gli occhi e aspettare che tutto passasse. O se, invece, dovessimo tenere aperti gli occhi, continuare il nostro lavoro e presentare la guida al pubblico» sostiene Marco Do, il responsabile della comunicazione della edizione italiana. Eppure restano non poche perplessità su come si siano potute svolgere le ispezioni a decine di ristoranti che sono stati chiusi per mesi, e proprio i mesi cruciali delle visite in incognito, a causa dell’emergenza Covid. Perplessità ancora maggiori riguardo a coloro che sono stati promossi e declassati.
La 66esima guida cade nell’anno peggiore per la ristorazione, i locali colpiti da due mesi di chiusura della scorsa primavera, un’estate incerta e un autunno di nuovo all’insegna delle chiusure, chiedono contributi al governo per ripartire. L’alta ristorazione ha provato a misurarsi con delivery e asporto, ma chiaramente si è trattato di palliativi. La situazione è quella di chef in ginocchio, in grado di resistere solo se hanno le spalle coperte da capitali (propri o di soci). Molti non sanno nemmeno se e quando potranno riaprire, ed è questo uno dei temi della giornata. Proprio per questo motivo i giudici della Rossa hanno deciso di non togliere loro la stella.
Tra le novità di quest’anno anche le Stelle Verdi, dedicate alla sostenibilità e assegnate tra gli altri ai tristellati Massimo Bottura e Norbert Niederkofler. Ma anche Alfonso ed Ernesto Jaccarino e Pietro Leemann del Joia di Milano.