Il business builder italiano Oneday ha reso noti i primi risultati dell’Osservatorio “Smart Working: il punto di vista di GenZ e Millennials” dopo un’attenta indagine online che ha raccolto la partecipazione di oltre 2000 giovani e giovanissimi, studenti e lavoratori, in merito al loro rapporto con lo “Smart Working”.
L’entusiasmo verso questa forma di modello professionale è comune alla maggioranza del campione che però precisa di intendere il lavoro agile quale sinonimo di una maggiore autonomia e reale flessibilità di gestione, senza dover necessariamente rinunciare all’ufficio l’auspicio del 70% degli intervistati è di poter operare in un luogo di lavoro che sia fonte di maggiore confronto, scambio di idee e sincera convivialità, il desiderio per moltissimi è inoltre di lavorare vicino ai propri manager o comunque colleghi più esperti da cui tratte nozioni, consigli e insegnamenti.
Tra i Millennials e i giovanissimi della GenZ esiste poi anche un’ampia fetta (ben il 60%) che fermamente dichiara di voler lavorare da remoto, analizzando il dato si evince che si tratta di soggetti che non abbiano già forzatamente testato lo smart working sulla propria pelle durante il lockdown, in particolare studenti (60%) e inoccupati (75%), e che quindi più per apparente facilità di gestione vi ambirebbero.
Infine è interessante notare che per oltre la metà del campione lavorare in Smart Working non sia tra i propri sogni professionali, ne è prova il fatto che i 3/4 dei rispondenti alla domanda “Rinunceresti a una parte di stipendio per avere la possibilità di lavorare da remoto?” si siano detti fermamente contrari.