Nonostante l’incertezza sui mercati internazionali, e le tante difficoltà che il vino francese sta incontrando negli Stati Uniti, la Borgogna chiude il primo semestre dell’anno limitando i danni. I dati di Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne indicano un valore per l’export di 429 milioni di euro, l’11,9% in meno dello stesso periodo del 2019. Il calo dei mercati extra europei è drastico, il peggiore è quello della Cina che lascia sul terreno il 40%, ma l’impatto più preoccupante arriva dagli Usa, dove i vini di Borgogna perdono il 29,1% del giro d’affari, a causa essenzialmente dell’effetto combinato di dazi e lockdown.
Alcuni dati positivi invece arrivano dal mercato europeo con la Svezia che cresce con un +8,4%. Meglio ancora fa l’Olanda che supera i 10 milioni di euro di importazioni, con un balzo del +11%. Bene anche destinazioni fondamentali per i vini di Borgogna come Gran Bretagna (+1,4% a 63,3 milioni di euro) e Svizzera, al +2,5% (24 milioni di euro).
I Numeri sono figli dell’incertezza dei singoli mercati che seguono l’andamento del lockdown. L’anno scorso i vini di Borgogna avevano raggiunto il record del miliardo di euro di export. Dinamica proseguita, seppure a ritmi più blandi, anche nei primi due mesi del 2020 fino a quando il commercio globale non ha subito il contraccolpo del lockdown imposto prima dalla Cina e poi da tutti i Paesi europei. Il risultato è stato che nel periodo marzo-maggio il calo dei volumi è stato dell’11,8%, e quello dei valori del 21%, cui è seguito un leggero rimbalzo nel mese di giugno.Export