Fiorella Mancini, nota stilista e designer veneziana, si è spenta all’età di 78 anni dopo un lungo periodo di malattia. Moglie dell’architetto Plinio Danieli, la designer era conosciuta nel mondo fashion di Venezia tanto che nel 1968 ha aperto il suo atelier a Campo Santo Stefano.
Non era una stilista qualunque. Aveva un’anima provocatrice, non catalogabile, fuori dagli schemi, era una chiara icona del surrealismo e le sue creazioni ne sono tutt’oggi la prova. Un stile che mischiava il gotico, il rock e il pop rintracciabile nelle sue giacche in velluto, sui kimono, sui cappotti che riflettevano perfettamente anche le personalità delle celebrità che le commissionavano gli abiti per i loro show. Tra questi, Elton John, Damien Hirst, Sting, Guy Laliberté e Ronnie Wood.
«Amo giocare con le convenzioni – diceva Fiorella Mancini – rimescolarne gli elementi in qualcosa di nuovo e lasciare che siano gli altri a farsi un’idea». Era forse questo che la rendeva unica nel suo genere? Lei stessa diceva che le star la conoscevano grazie al passaparola. Elton John ad esempio si era fatto fotografare con il suo compagno David Furnish e in quegli scatti indossavano proprio delle giacche e dei kimoni da lei realizzati.
In questo caso però, il cantante non scelse di vestire a gratis gli abiti della stilista come avviene con la maggior parte dei capi degli altri designer, ma decise di comprarli. Era la prova che la veneziana Fiorella Mancini faceva la differenza.
Pochi giorni prima di lasciare la sua famiglia e il mondo della moda, la designer sembrava aver trovato il suo erede: «Dopo 30 anni di attività, le difficoltà di questo periodo mi stanno spingendo verso la cessione del mio atelier. Ma cerco qualcuno che continui il mio percorso: fuori dagli schemi». Parlava dello stilista Rick Owens.