.Nel panorama dell’alta orologeria, poche maison vantano un patrimonio tecnico e simbolico paragonabile a quello di Patek Philippe, la cui storia nella realizzazione di calendari perpetui risale a quasi un secolo fa. La casa ginevrina fu infatti tra i primi a trasferire questa complicazione – capace di riconoscere automaticamente la lunghezza dei mesi e gli anni bisestili – da tasca al polso già nel 1925, ponendo le basi di un dominio tecnico che tuttora incanta collezionisti e appassionati.
Oggi quel dialogo tra tradizione e innovazione compie un nuovo salto con il Patek Philippe Twenty-4 Automatic Perpetual Calendar (ref. 7340): il primo calendario perpetuo ad entrare nella celebre linea Twenty-4, storicamente associata a orologi “solo tempo” pensati per uno stile di vita sofisticato e quotidiano.
La scelta di introdurre una complicazione tanto raffinata in una collezione così orientata alla versatilità — con cassa da 36 mm in oro rosa e design pulito senza diamanti — racconta di un marchio che non teme di sperimentare al confine tra haute horlogerie e moda.
Una complicazione mitica, ora più accessibile (e femminile)
Il calendario perpetuo non è un semplice indicatore di data e mese: il suo meccanismo è in grado di correggere automaticamente il passaggio di tutti i mesi — inclusi quelli con 30 e 31 giorni — e gli anni bisestili, fino al 2100 senza alcuna regolazione. In orologeria, si tratta di una delle complicazioni più ambite e difficili da eseguire, simbolo dell’eccellenza tecnica di una manifattura.
Patek Philippe ha scelto per questo modello il calibro ultrapiatto 240 Q a carica automatica, già consolidato nella tradizione della marca, e lo ha inserito in un abito prezioso ma discreto, con quadranti verde oliva soleil o argenté in texture shantung.
Contesto storico e collezionistico
Nonostante la recente novità nella linea Twenty-4, il calendario perpetuo rimane una pietra miliare della produzione Patek: la maison introdusse il primo calendario perpetuo da polso già nel 1925, e da allora lo ha reinterpretato in numerose referenze leggendarie, dal classico 3940 al rivoluzionario 5236P con display in-line.
Non è un caso che modelli storici come il Ref. 1518 — il primo cronografo con calendario perpetuo prodotto in serie — raggiungano cifre da record nelle aste internazionali, a testimonianza dell’aura senza tempo di questa complicazione.
Conclusione: eleganza senza rinunce
Con il Twenty-4 Automatic Perpetual Calendar, Patek Philippe non solo amplia l’orizzonte della sua celebre collezione contemporanea, ma offre una reinterpretazione moderna di una delle più alte espressioni di savoir-faire meccanico. Il risultato è un orologio che unisce competenza tecnica, estetica raffinata e fruibilità quotidiana, ideale per chi desidera la massima complicazione senza rinunciare alla portabilità e allo stile.


