In vista della celebrazione della Giornata Mondiale dell’Enoturismo, prevista domenica 9 novembre, il comparto enoturistico italiano conferma un andamento in piena crescita. Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Nazionale del Turismo del Vino, promosso da Associazione Nazionale Città del Vino e realizzato con il contributo di Nomisma Wine Monitor, il valore stimato dell’enoturismo in Italia nel 2024 raggiunge circa 2,9 miliardi di euro, con un incremento del 16% rispetto al 2023 (pari a circa 2,5 miliardi).
Un turismo valorizzato, ma ancora da coordinare
Il dato sulla spesa media di un “enoturista” si attesta attorno ai 400 euro: di questi, circa 89 euro sono dedicati all’acquisto di vino e 46 euro alle esperienze di vendemmia turistica.
Tuttavia, sottolineano gli operatori, la crescita “spontanea” del comparto va affiancata da una strategia nazionale più organica. Come ha richiamato il presidente di Città del Vino, Angelo Radica, è urgente mettere in campo strumenti e misure per valorizzare al meglio il potenziale dei territori vitivinicoli.
In particolare, l’indagine segnala alcune criticità:
- Solo il 7 % delle cantine propone attività di vendemmia turistica, nonostante l’evidente interesse da parte del visitatore.
- Il 76 % delle aziende segnala difficoltà nel reperimento del personale qualificato; la situazione è ancora più accentuata al Nord-Est (83 %).
- Buona parte delle strutture risulta collocata in aree al di fuori dei tradizionali flussi turistici, con margini di sviluppo per la cooperazione territoriale.
Opportunità per territori e imprese
La celebrazione dell’evento mondiale rappresenta un’occasione per riflettere su come far crescere non solo il volume, ma soprattutto la qualità dell’esperienza enoturistica. Dai pranzi tra i filari alle degustazioni in cantina, dai tour guidati ai soggiorni immersi nella vigna: tali proposte stanno diventando veri e propri driver per un turismo più esperienziale.
In questo senso, emergono alcuni filoni strategici:
- Potenziare l’offerta delle cantine anche in aree meno battute, valorizzando il patrimonio paesaggistico e culturale.
- Sviluppare la formazione del personale e l’ospitalità per rendere l’esperienza dell’enoturista sempre più curata e distintiva.
- Favorire la digitalizzazione e la promozione internazionale delle destinazioni vitivinicole, considerando che buona parte della domanda proviene dall’estero (in particolare Germania, Stati Uniti).
Uno sguardo al futuro
Con un comparto ora stimato oltre la soglia dei 2,9 miliardi di euro, l’Italia ha davanti a sé una concreta opportunità. Ma affinché si trasformi in sviluppo stabile, sarà determinante passare dalla spontaneità all’organizzazione. Le regioni, le città del vino, le cantine e gli operatori turistici sono chiamati a fare sistema.
La Giornata Mondiale dell’Enoturismo è dunque più che un momento simbolico: può diventare il punto di partenza per una nuova fase del settore, in cui valore economico, identità territoriale e attenzione all’esperienza del visitatore si combinino in un percorso coerente.


