Nel primo semestre del 2025, il mercato dello Champagne in Italia mostra segnali di moderato riequilibrio. Secondo i dati elaborati da Excellence SIDI e le testimonianze dei principali importatori e distributori, si assiste a un lieve calo nei volumi trasportati, accompagnato da una maggiore selezione delle referenze offerte. Il confronto con l’andamento mondiale e con i dati del mercato francese offre uno spaccato utile per interpretare i sentimenti che attraversano un segmento da sempre simbolo del lusso effervescente.
Dati globali e riferimenti esterni
Nel corso della prima metà del 2025, le spedizioni mondiali di Champagne si attestano a circa 105,4 milioni di bottiglie, con una contrazione dello 1,2 % rispetto allo stesso periodo del 2024. Il mercato interno francese, che costituisce circa il 38,9 % dei volumi, registra una diminuzione del 5,2 %, mentre l’export mostra un leggero incremento (+1,6 %) — in parte influenzato dalle operazioni di stoccaggio negli Stati Uniti in vista dei dazi previsti.
Il Comité Champagne ha inoltre fissato una riduzione del 10 % delle rese massime (a 9.000 kg/ha) per il 2025, al fine di gestire le scorte, che oggi superano i 1,285 miliardi di bottiglie, equivalenti a circa 4,2 anni di spedizioni.
In Francia, la domanda interna è ancora debole, mentre l’export verso mercati extra‑UE (Stati Uniti, Regno Unito, Giappone) rappresenta una delle leve della dinamica positiva fuori dai confini europei.
Il mercato italiano e il canale Horeca
L’Italia occupa un posto di rilievo tra i consumatori di Champagne nel mondo: nel 2024 sono state importate circa 8,4 milioni di bottiglie, collocando il Paese al quinto posto per volume, e il fatturato derivante da Champagne ha superato i 235 milioni di euro, posizionandosi al quarto posto in termini di valore.
Tuttavia, il 2025 vede una flessione moderata nelle vendite nel canale Horeca, con un calo stimato intorno al 15 % rispetto all’anno precedente, almeno secondo la valutazione di alcuni operatori del settore.
Tra le ragioni di questo arretramento figurano fattori economici–sociali (i consumatori sono più selettivi e attenti al prezzo) e la concorrenza interna rappresentata dagli spumanti italiani (Metodo Classico: Franciacorta, Trento Doc, Alta Langa) che consolidano posizioni nel mercato italiano con un rapporto qualità/prezzo spesso più favorevole.
Le voci del mercato: punti di vista degli operatori
- Luca Cuzziol (Cuzziol Grandivini / chairman Excellence SIDI) osserva che la riduzione del mercato interessa in particolare le cuvée di fascia medio‑alta; gli operatori attente a flessibilità di assortimento e promozioni calibrate possono intercettare eventuali riprese dopo l’estate.
- Valentina Ursic (Rinaldi 1957) segnala che il mercato è tornato verso parametri più “normali” dopo l’euforia del post‑pandemia, con crescita nelle cuvée prodotte da piccoli vigneron.
- Corrado Mapelli (Gruppo Meregalli) evidenzia che la prudenza domina le scelte commerciali: coerenza del marchio, identità e una gestione attenta sono oggi elementi distintivi.
- Alessandro Sarzi Amadè sottolinea che l’Italia resta un mercato che valorizza la qualità, con particolare interesse verso le cuvée parcellari e millesimate.
- Pietro Pellegrini osserva uno spostamento della domanda verso referenze meno costose: senza rinunciare al pregio, molti consumatori cercano etichette con buone caratteristiche sensoriali a prezzo accettabile.
- Luigi Piacentini (Premium Wine Selection) evidenzia che le cuvée base stanno guadagnando peso nelle rotazioni, mentre le grandi maison reggono grazie ai loro vini iconici.
- Carlo Alberto Sagna (Sagna S.p.A.) segnala una crescita delle cuvée Pas Dosé e a basso dosaggio, ormai circa il 7 % del mercato Champagne in Italia.
- Alessandro Rossi (Partesa) considera lo Champagne “un prodotto di prestigio che oggi deve difendersi”: i consumi sono concentrati nelle grandi occasioni, il “by the bottle” è più penalizzato, mentre il by the glass conserva un suo spazio.
- Oscar Lanciani (Allegrini Wine Distribution) segnala che la quota di Champagne da Récoltant-Manipulant sta salendo, come espressione di autenticità e unicità nella scelta dei consumatori.
- Gianluca Ferrauto (Domori) sottolinea che il mercato è in chiaroscuro, ma che i marchi con heritage solido mostrano la loro forza: la trasparenza produttiva, i legami col terroir e la qualità narrativa sono leve cruciali oggi.
Tendenze emergenti e sfide strategiche
- Riduzione delle rese e gestione delle scorte
Alla luce della forte giacenza di Champagne stoccato, le autorità francesi hanno imposto limiti produttivi per evitare un eccesso di offerta che deprimerebbe ulteriormente il prezzo. - Polarizzazione del mercato
Il segmento medio del mercato risente di maggiore pressione, mentre le bollicine iconiche, le cuvée speciali e le produzioni artigianali mantengono (o rafforzano) il loro appeal. - Crescente spazio per piccoli produttori / vigneron
In Italia, la curiosità del consumatore verso Champagne “di nicchia” è in crescita. Le piccole maison riescono a competere offrendo unicità e storie da raccontare, non solo brand consolidati. - Atteggiamento del consumatore più selettivo
L’aumento del costo della vita e la maggiore consapevolezza portano il pubblico a razionalizzare il consumo: Champagne per occasioni speciali, ma con scelte più consapevoli anche nei locali Horeca. - Concorrenza delle bollicine italiane
Franciacorta, Trento Doc e Alta Langa rafforzano la loro posizione nei menu dei ristoranti e nei locali, proponendosi come alternative competitive con forte radicamento territoriale. - Innovazione nel dosaggio e stagionatura
Le tendenze verso cuvée Pas Dosé, Brut Nature o versioni a basso dosaggio, oltre al recupero di annate più lunghe, indicano una domanda che cerca espressioni più “pure” e minerali.
Scenari futuri e raccomandazioni
Se il secondo semestre del 2025 confermerà un andamento stabile o offrirà leggero recupero, il mercato italiano dello Champagne potrebbe stabilizzarsi su livelli più razionali. Gli importatori e i distributori che sapranno modulare assortimenti, promozioni e comunicazione in funzione del profilo di clientela (consumatori occasionali vs appassionati) avranno un vantaggio competitivo.
In particolare, alcune strategie potrebbero risultare efficaci:
- Sostenere la presenza dei piccoli vigneron e delle cuvée parcellari nei locali selezionati, per valorizzare unicità e narrazione.
- Introdurre referenze di ingresso ben bilanciate per “fidelizzare” nuovi consumatori, senza erodere l’immagine del brand.
- Collaborare con locali Horeca per offrire esperienze di degustazione “guidata”, portando il consumatore a conoscere tipologie meno note.
- Monitorare con attenzione i trend di prezzo, la pressione sui costi e la concorrenza interna ed esterna (spumanti italiani e bollicine alternative).