L’iconico grande magazzino londinese Harrods ha archiviato l’esercizio che si è chiuso a febbraio 2025 con una perdita netta di 36,5 milioni di sterline, una svolta in negativo rispetto al risultato positivo dell’anno precedente.
Bilancio in rosso, fatturato in lieve crescita
Nel dettaglio, il volume lordo delle transazioni al netto dell’IVA (Gross Transaction Value, GTV) è sceso del 2,4%, attestandosi a circa £2,198 miliardi, mentre il fatturato è aumentato dello 0,6% a circa £1,082 miliardi.
Tuttavia, questo incremento non compensa la pressione dei costi operativi, i quali sono cresciuti per effetto dell’aumento delle spese del personale e delle spese logistiche.
L’utile operativo — prima degli elementi straordinari e delle perdite legate ai fondi pensionistici — è sceso del 17%, attestandosi a £177,7 milioni.
I fattori straordinari che hanno invertito il segno
Il passaggio dal segno positivo al segno negativo sui risultati ante imposte è imputabile principalmente a voci straordinarie che hanno gravato in modo significativo sui risultati del gruppo. In particolare:
- Digitalizzazione e trasformazione dei processi interni: Harrods ha avviato un progetto di modernizzazione del proprio sistema di pianificazione delle risorse aziendali (ERP), i cui costi — tecnici, di integrazione e transizione — sono entrati nel conto economico.
- Programma di risarcimento per vittime di abusi storici: Harrods ha stanziato ingenti somme per il Harrods Redress Scheme, destinato a compensare le vittime di abusi attribuiti all’ex presidente e proprietario Mohamed Al‑Fayed. Le compensazioni e i costi legati alle procedure legali e amministrative, già attivi da aprile 2025, hanno avuto un impatto rilevante sui conti.
Secondo analisti, le disponibilità messe da parte per tali risarcimenti superano i £57‑60 milioni.
Dichiarazioni della dirigenza e prospettive
Michael Ward, amministratore delegato di Harrods, ha definito l’anno come caratterizzato da una “trattativa stabile” (stable trade), pur in un contesto sfidante per il lusso.
Ha sottolineato come il marchio continui a distinguersi per la forza dei suoi fondamentali, grazie agli investimenti nell’esperienza cliente, nel restyling degli spazi (specialmente il reparto prêt-à-porter femminile) e nella ristrutturazione del ristorante storico The Georgian.
Ward ha inoltre osservato che, malgrado le perdite, Harrods ha “ancora una volta sovraperformato l’industria del lusso nel suo complesso”.
Tuttavia, ha ammesso che le condizioni di mercato restano fragili, invitando a una visione orientata al medio-lungo termine.
Confronto con il contesto del lusso
I traguardi in bilico di Harrods riflettono un segmento del lusso soggetto a venti contrari: caduta del turismo internazionale, cessazione del regime di detrazione IVA per turisti, aumento dei costi operativi e maggiore cautela da parte dei consumatori.
Secondo le previsioni di Bain & Company e della Fondazione Altagamma, la spesa globale per beni di lusso nel 2024 si è attestata su €1.480 miliardi, con una lieve flessione rispetto al trend di crescita degli anni precedenti.
Nonostante ciò, Harrods ha mostrato una resilienza parziale: pur perdendo margini, è riuscita a mantenere una crescita contenuta delle vendite e a conservare l’immagine di un retailer di punta nel panorama del lusso mondiale.
L’esercizio 2024/25 segna per Harrods il primo passo in territorio negativo da tempo, un risultato imputabile non tanto all’erosione dei ricavi quanto ai costi straordinari che hanno gravato sulla redditività. I segnali di stabilità nel fatturato e la gestione della reputazione rimangono punti di forza in un contesto competitivo e mutevole. Il vero banco di prova per l’azienda consisterà nella capacità di assorbire questi shock straordinari e tornare a generare utili nei prossimi esercizi.