Da oggi 24 settembre all’11 gennaio, la Pinacoteca di Brera apre le sue sale a “Giorgio Armani: Milano con Amore”, una mostra che non è solo retrospettiva ma vero e proprio ponte tra arte e moda. Qui, l’estetica sobria e memorabile della maison celebra i suoi cinquanta anni attraverso 133 capi — tra abiti da donna e da uomo — immersi in un contesto che accentua analogie cromatiche, materiche, posturali con i maestri del Rinascimento.
L’allestimento come dialogo
Le creazioni non sono disposte come esemplari da vetrina: sono accostate alle opere d’arte con delicatezza, in un “corpo a corpo” che valorizza entrambe le dimensioni. Il celebre completo greige destrutturato di American Gigolo, ad esempio, risuona con il rigore monumentale della statua di Napoleone di Canova; un abito rosso, acceso, è collocato nella cappella affrescata da Bernardino Luini, mentre un abito visto di spalle evoca la postura di un personaggio del Pittoschetto.
Tra i capi più iconici, quelli che hanno segnato la memoria collettiva: il completo indossato da Mia Martini al Festival di Sanremo 1990, l’abito che Sharon Stone portò agli Oscar del 1996, una creazione blu della collezione Autunno/Inverno 1998 vista su Juliette Binoche a Cannes (2016), e l’abito rosso del 1993 scelto da Katie Holmes per il Met Gala del 2008.
Umiltà, memoria e progetto per il futuro
Nonostante l’importanza della celebrazione, Armani — come ha raccontato il direttore della Pinacoteca Angelo Crespi — inizialmente esitava: non si riteneva all’altezza di confrontarsi con capolavori di Mantegna, Raffaello, Piero della Francesca.
È stata Brera a insistere: il quartiere è da sempre legato alla maison, e l’esposizione ha preso forma anche come tributo a questo rapporto di vicinanza.
Armani stesso ha più volte dichiarato che lo scopo non è mai stato celebrare l’ego, ma offrire “testimonianza unica” — in particolare per le giovani generazioni creative — e un valore didattico, mostrando cosa possa nascere dall’incontro tra discipline.
Innovazioni e prospettive
Nel solco di questa celebrazione si colloca anche il lancio di Armani/Archivio, una piattaforma digitale creata per catalogare cinquant’anni di creazioni. Alcuni capi storici saranno selezionati per una “circolarità culturale”, che prevede la loro rimessa in vendita in boutique apposite.


