Fino a pochi anni fa, l’idea che un vino spumante inglese potesse superare in qualità i celebri Champagne francesi sembrava quasi un’eresia. Oggi non solo è realtà, ma è anche un segnale forte di come il mondo del vino stia cambiando rapidamente — per motivi climatici, tecnologici e culturali.
Alla prestigiosa competizione International Wine Challenge 2025, la medaglia d’oro per la miglior bollicina del mondo è andata a una Magnum Blanc de Blancs 2016 prodotta da Nyetimber, storica azienda vinicola del West Sussex, nel sud dell’Inghilterra. Un risultato che ha sorpreso molti e confermato il crescente prestigio del vino britannico.
Una sfida globale
L’International Wine Challenge è tra i concorsi enologici più rispettati al mondo: le etichette vengono giudicate alla cieca da una giuria di esperti, enologi e sommelier di fama internazionale. La competizione è dura, con centinaia di spumanti in gara provenienti da Francia, Italia, Spagna, Sudafrica, Nuova Zelanda e, naturalmente, Regno Unito.
Nyetimber ha avuto la meglio con un Blanc de Blancs ottenuto da sole uve Chardonnay, vinificato con la stessa tecnica del metodo classico utilizzato in Champagne. La versione Magnum ha convinto i giudici per la sua eleganza, finezza del perlage, freschezza e complessità aromatica.
Dietro al successo, una donna e un territorio
Un altro riconoscimento importante è andato a Cherie Spriggs, enologa canadese alla guida della produzione di Nyetimber, che è stata eletta “Sparkling Winemaker of the Year”. È la prima volta che una donna riceve questo premio nel contesto della competizione — e anche questo è un segnale importante.
Il terroir del sud dell’Inghilterra, con il suo suolo calcareo simile a quello della Champagne e temperature che si sono alzate negli ultimi decenni, si sta rivelando ideale per la produzione di spumanti di alta qualità. Un tempo troppo freddo per la viticoltura, oggi il clima britannico è diventato un alleato imprevisto per chi produce bollicine.
Cosa significa per il mondo del vino?
Questa vittoria inglese non è un caso isolato. Negli ultimi anni, sempre più etichette britanniche si sono fatte strada nelle classifiche internazionali. E se da una parte questo apre nuovi scenari commerciali e turistici, dall’altra è anche un segnale d’allarme sul cambiamento climatico, che sta riscrivendo la geografia enologica globale.
Regioni un tempo simbolo di grandi vini — come la Borgogna, la Champagne o alcune zone italiane — oggi devono affrontare sfide legate a siccità, grandinate violente e temperature estreme. Allo stesso tempo, territori finora considerati marginali stanno diventando protagonisti.
In conclusione, la vittoria dello spumante inglese è molto più di una medaglia: è il simbolo di un mondo del vino in trasformazione, in cui la qualità può arrivare da luoghi inaspettati e dove innovazione, adattamento e talento possono fare davvero la differenza.