Il fascino intramontabile del diamante naturale sembra oggi meno lucente. Il mercato globale registra una netta contrazione della domanda, mentre le gemme sintetiche — sempre più accettate e più accessibili — guadagnano terreno. A farne le spese è De Beers, storica società sudafricana specializzata nell’estrazione e commercializzazione dei diamanti, ora alle prese con una crisi che potrebbe cambiare il suo assetto proprietario.
Secondo quanto emerso, il governo del Botswana sta valutando l’acquisizione totale o parziale del gruppo, anche per via del peso strategico che De Beers ha sull’economia nazionale. L’azienda ha registrato un crollo del 44% nei ricavi e accumulato scorte invendute per circa 2 miliardi di dollari. Inoltre, l’estrazione nei primi sei mesi del 2025 si è fermata a 10,2 milioni di carati, in calo del 23% su base annua. Lo stesso Ebitda ha subito un tracollo: da un utile di 300 milioni di dollari nel primo semestre 2024, a una perdita di 189 milioni nel 2025.
De Beers, una storia da riscrivere?
Fondata nel 1888 e conosciuta per aver coniato lo slogan pubblicitario “A diamond is forever”, De Beers è attiva in oltre 25 Paesi, dal Canada alla Namibia, passando per il Botswana. Oggi però, il colosso minerario Anglo American, che ne detiene l’85%, sta valutando la cessione della sua partecipazione, nell’ambito di un processo di ristrutturazione più ampio.
I diamanti naturali perdono appeal per varie ragioni: cambiamento culturale, prezzi elevati, e la crescente accettazione dei diamanti sintetici, che hanno le stesse caratteristiche chimiche dei naturali ma costano fino al 40% in meno. Inoltre, queste gemme artificiali vengono considerate una scelta più etica, perché prodotte in laboratorio, senza sfruttamento minerario.
Il Botswana corre ai ripari
Il Botswana, che possiede il 15% di De Beers e condivide con essa le attività estrattive tramite la joint venture Debswana, è direttamente coinvolto nella crisi. Il settore rappresenta circa il 30% del PIL nazionale e oltre il 70% delle entrate in valuta estera. Non sorprende quindi che il governo si stia muovendo rapidamente.
Gaborone ha incaricato Lazard e CBH Compagnie Bancaire Helvétique come advisor finanziari per studiare la possibile acquisizione. L’annuncio arriva pochi giorni dopo la promessa di un investimento da 12 miliardi di dollari da parte del fondo qatariota Mansour Holdings, che potrebbe contribuire al finanziamento dell’operazione.
Il presidente del Botswana, Duma Boko, ha espresso pubblicamente frustrazione nei confronti di De Beers, accusando la società di non svolgere più il suo ruolo strategico. Secondo fonti interne, il Paese sarebbe pronto ad approfittare del diritto di prelazione in caso di offerte da parte di terzi. Finora, nove manifestazioni di interesse sarebbero già arrivate sul tavolo di Anglo American.
Diamanti sintetici: il nuovo standard?
Introdotti nel mercato alla fine degli anni ’90, i diamanti sintetici hanno rivoluzionato il settore. Si tratta di pietre realizzate in laboratorio in poche settimane, attraverso processi che replicano le condizioni naturali. Anche se leggermente meno brillanti e vividi, sono indistinguibili per la maggior parte dei consumatori e offrono un’opzione più sostenibile e accessibile.
Mentre i puristi continuano a preferire le gemme naturali — uniche, formate nel corso di millenni sotto la crosta terrestre —, il mercato sembra premiare l’efficienza e l’etica. E se De Beers una volta incarnava il sogno eterno del diamante, oggi potrebbe diventare l’esempio simbolico di un’industria in transizione.