L’artista giapponese Chiharu Shiota, residente a Berlino, dopo essere stata ospitata in musei di fama internazionale come il Grand Palais di Parigi, fino allo Shenzhen Art Museum, approda a Torino con una mostra monografica ospitata al MAO, Museo di Arte Orientale, aperta dal 22 ottobre prossimo al 28 giugno 2026.
L’esposizione dal titolo “ Chiharu Shiota: The Soul Trembles” è a cura di Mami Kataoka, direttrice del Mori Art Museum e di Davide Quadrio, direttore del MAO, con Anna Musini e Francesca Filisetti. Ripercorre l’intera produzione di Shiota attraverso i suoi disegni, fotografie, sculture e alcune delle più celebri installazioni ambientali, incluse alcune opere inedite.
Shiota, nata ad Osaka nel 1972, ma residente a Berlino, interroga il pubblico e si interroga su concetti universali, quali la vita, la morte, la relazione con il prossimo e l’identità.
L’artista è nota per le sue grandi installazioni, composte da migliaia di fili rossi o neri, intrecciati, in modo tale da creare strutture imponenti, che avvolgono gli spazi nei quali sono collocate, trasformandoli, e conducono lo spettatore all’interno di un’esperienza immersiva affascinante e inquietante allo stesso tempo.
Tra le opere in mostra, che dialogheranno con lo spazio e in modo diretto con le opere del MAO, vi saranno alcune tra le più significative installazioni di Shiota. Nell’opera dal titolo “Where are We going? “ (2017-2019) il motivo ricorrente della barca evoca visioni incerte; “Uncertain Journey” del 2016 evoca scheletri di imbarcazioni avvolte nei fili, tali da suggerire gli incontri che si potrebbero avere alla fine di ogni viaggio. “In silence” del 2008 è un’opera in cui un pianoforte bruciato e diverse sedute, immerse in un reticolo di fili neri, narrano il silenzio dopo la distruzione. L’opera intitolata “Inside-Outside” del 2009 è incentrata sul rapporto di separazione presente tra interno e esterno , tra pubblico e privato, tra Est e Ovest.
Infine un’opera monumentale come “Accumulation- Searching for the destination” , realizzata nel 2021, chiude il percorso e si compone di centinaia di valigie che oscillano, simbolo degli spostamenti, delle migrazioni e dei ricordi.
Particolarmente suggestiva è anche l’opera intitolata “Reflection of Space and Time” del 2018, un lavoro che, come indica lo stesso titolo, riflette sul tema della presenza, attraverso l’uso di un abito e della sua immagine specchiata, evocando l’assenza come traccia dell’essere.
L’allestimento della mostra si configura come un progetto espositivo unitario e in continua trasformazione. Come per ogni mostra del MAO, anche The Soul Trembles è concepita come un organismo vivo, in grado di rinnovarsi attraverso un ricco programma che prevede performance, incontri, conferenze, proiezioni e un programma educativo rivolti a scuole, famiglie e ad un pubblico adulto.