Un passaggio simbolico che unisce la dimensione terrena a quella spirituale, trasformando un luogo fisico in un ponte ideale verso il sacro. Non si tratta solo di una sfilata di moda, ma di un’evocazione visiva e teatrale del rapporto tra eleganza e religiosità, espressa da Dolce & Gabbana attraverso una collezione maschile che prende ispirazione dagli abiti liturgici e dall’iconografia ecclesiastica.
Nel cuore di Roma, sullo scenografico Ponte Sant’Angelo che conduce a pochi passi dalla Basilica di San Pietro, si snoda un corteo di figure solenni: cappe sontuose, tuniche cerimoniali, abiti vestaglia ricamati con croci dorate e dettagli celestiali. La monumentale mole di Castel Sant’Angelo sovrasta la scena, offrendo una cornice maestosa al fashion show, che si apre con il suono profondo delle campane. In apertura, un gruppo di giovani in abiti cerimoniali avanza in processione, seguito da un corteo di figure cardinalizie, vestite con costumi ispirati agli abiti tradizionali del clero.
Ogni capo in passerella è una riflessione sartoriale sui codici visivi della Chiesa cattolica: lunghi cappotti bianchi ornati da motivi in oro e pietre preziose, cinture annodate come fasce liturgiche, giacche di pizzo bianco pensate per occasioni solenni. Cappe e tuniche sono arricchite da lavorazioni artigianali, ricami barocchi e dettagli simbolici che trasformano il tessuto in linguaggio.
Domenico Dolce ha raccontato di aver attinto all’immaginario visivo di registi come Fellini e Sorrentino per costruire questa narrazione tra sacro e contemporaneo. Una collezione nata da una profonda ispirazione spirituale, che conferma l’interesse di Dolce & Gabbana per il dialogo tra moda e fede. In passato i due stilisti hanno spesso celebrato la religiosità popolare siciliana, ma in questo caso lo sguardo si posa sulla solennità della Chiesa come istituzione.
Le tunichette da chierichetto diventano reinterpretazioni raffinate, traforate e indossate sopra camicie in raso di seta viola. Le giacche nere, abbinate a piccole mantelline e bottoni ispirati agli abiti talari, si completano con colletti in pizzo. Piccole bluse senza maniche brillano di ricami dorati e pietre colorate con croci centrali. Tutti i capi omaggiano la magnificenza del guardaroba liturgico, adattandolo all’arte dell’Alta Sartoria maschile firmata Dolce & Gabbana.
Il ponte si trasforma così in una passerella sospesa tra cielo e terra, dove ogni figura sembra uscita da un rituale secolare. Il primo look, una cappa composta da tessuti contrastanti – dal jacquard effetto marmo a una texture creata per evocare i sanpietrini romani – apre una narrazione che prosegue con stole ricamate, abiti con pettorali in pizzo, tuniche con perle, e si chiude con imponenti manti papali.
Ad indossarli, giovani uomini con riccioli ordinati e occhiali da seminarista, quasi fossero novizi di una nuova liturgia del gusto. In un’atmosfera sospesa tra arte, spiritualità e moda, Castel Sant’Angelo diventa il fulcro di una celebrazione estetica che rende omaggio a Roma e alla sua storia sacra.