Il 2024 ha visto una contrazione nella produzione vinicola della Valpolicella, un fenomeno in parte atteso alla luce della flessione generale dei consumi mondiali di vino, in particolare dei rossi, ambito in cui le vallate veronesi rivestono un ruolo di primo piano sia in Italia che all’estero. Nonostante siano state immesse sul mercato oltre 59 milioni di bottiglie – comprendendo Valpolicella, Ripasso, Amarone e Recioto – il dato rappresenta un calo del 3% rispetto all’anno precedente, riportando i volumi ai livelli del 2014. Questo quanto emerge dall’Annual Report del Consorzio di tutela, presentato durante l’evento “Venezia Superiore” ospitato alla Pescheria di Rialto, nell’ambito delle celebrazioni per i cento anni del Consorzio.
Il rallentamento, però, non compromette la solidità del comparto, che sta vivendo un momento di transizione. La superficie vitata si mantiene stabile: 8.621 ettari distribuiti in 19 comuni della denominazione. Di particolare rilievo è la crescita della viticoltura sostenibile: oggi quasi 3.600 ettari sono condotti secondo metodi biologici o integrati, raggiungendo il 41% del totale.
Nel dettaglio, il cambiamento più significativo riguarda la ripartizione della produzione tra le diverse tipologie. L’Amarone si ferma a 13,9 milioni di bottiglie, in flessione del 2,2% rispetto al 2023 e distante dal record del 2021 (quasi 19 milioni). Cresce invece la Valpolicella DOC, che con circa 17 milioni di bottiglie guadagna un +5%, segno di un buon allineamento con le nuove preferenze dei consumatori. Il Ripasso, pur restando sopra i 18 milioni di bottiglie, perde circa l’8% rispetto all’anno precedente.
Il quadro complessivo mostra un settore che, pur in un contesto globale incerto, cerca di mantenere equilibrio lungo tutta la filiera. Il Consorzio ha intensificato le attività promozionali, organizzando 40 eventi in 18 Paesi, rafforzando la presenza nei mercati tradizionali (come USA, Canada, Nord Europa, Germania, Regno Unito e Cina), ma puntando anche su nuove aree strategiche come Giappone, Vietnam e Singapore. Attualmente, i vini della Valpolicella raggiungono 87 Paesi, con una quota export del 60%.
Secondo il presidente Christian Marchesini, la chiave per affrontare le sfide del settore sta in una strategia che unisce visione a concretezza. «Siamo chiamati a tutelare la salute economica delle aziende e il valore della denominazione. I dati ci confermano che il percorso intrapreso, basato su consapevolezza e capacità progettuale, è adeguato per affrontare le difficoltà del mercato». La terza edizione di “Venezia Superiore” si inserisce in questo approccio, con l’obiettivo anche di avvicinare le nuove generazioni al mondo Valpolicella.