Arnaldo Pomodoro si è spento la sera del 22 giugno, proprio alla vigilia dei suoi 99 anni. Nato il 23 giugno 1926 a Morciano di Romagna, è stato una figura centrale nella scultura italiana del Novecento. Fratello maggiore dell’artista Giorgio “Giò” Pomodoro, Arnaldo ha saputo trasformare la scultura in una forma di riflessione visiva e concettuale. Le sue opere – sfere, dischi, colonne e solidi geometrici in bronzo – sono attraversate da tagli, fratture e incisioni che rivelano intricati meccanismi interni, rendendo visibile una complessità nascosta sotto l’apparente perfezione delle forme.
La Fondazione che porta il suo nome ha dichiarato che con la sua scomparsa il mondo artistico perde una voce profonda e visionaria. Pomodoro lascia un’eredità artistica imponente, riconosciuta in tutto il mondo non solo per la potenza delle sue creazioni, ma anche per la coerenza e la vitalità del suo pensiero. La Fondazione proseguirà nel solco da lui tracciato, promuovendo il suo lavoro attraverso esposizioni, progetti culturali e iniziative rivolte al pubblico, con l’intento di mantenere vivo un luogo dinamico di riflessione sull’arte e sulla scultura, aperto al dialogo e all’innovazione.
Dopo essersi diplomato come geometra, Pomodoro iniziò la sua carriera in ambito tecnico, ma ben presto si dedicò alla ricerca artistica. Nei primi anni Cinquanta cominciò a sperimentare con diversi materiali – dall’oro al ferro, dal cemento al legno – per poi scegliere il bronzo come elemento privilegiato, sia per opere di dimensioni contenute che per installazioni monumentali. Trasferitosi a Milano nel 1954, stabilì il suo studio vicino alla Darsena, nel cuore della città. Nel biennio 1961-1962 fu tra i fondatori del gruppo “Continuità”, insieme a Lucio Fontana e altri protagonisti della scena artistica del tempo. In questa fase elaborò un linguaggio inizialmente informale, che nel tempo si strutturò in forme più definite, pur mantenendo il contrasto tra ordine apparente e complessità interna.
Una tappa fondamentale nel suo percorso artistico avvenne nel 1962, con la creazione de La Colonna del viaggiatore a Spoleto, considerata l’opera che segna l’inizio della sua poetica più riconoscibile. Le sue celebri sfere “spezzate” – sculture monumentali in bronzo che mostrano crepe e tagli sulla superficie lucida – incarnano una tensione tra armonia e disgregazione, tra ciò che è manifesto e ciò che rimane nascosto. In queste opere, Pomodoro ha dato forma a un linguaggio unico, dove ogni scultura diventa un luogo di esplorazione visiva e intellettuale.