Il settore del lusso sta attraversando un periodo turbolento, e uno dei nomi più iconici della moda britannica ne sta pagando il prezzo. L’annuncio recente di un’imponente riorganizzazione, che porterà all’eliminazione di circa 1.700 posti di lavoro a livello globale, segna un momento delicato per la maison. La notizia, che coinvolge anche la storica fabbrica di trench nel West Yorkshire, ha sollevato non poche preoccupazioni tra gli addetti ai lavori, ma per molti analisti non si tratta di una sorpresa.
Il brand, celebre per il suo heritage raffinato e le sue radici nell’outerwear, sta affrontando una crisi di posizionamento nel mercato. A pesare sono da un lato la contrazione generale della domanda di beni di lusso, in particolare in Asia, e dall’altro una proposta stilistica che sembra non convincere pienamente la clientela contemporanea.
La strategia messa in atto dalla direzione, che mira a ridurre i costi e snellire la struttura, è solo una parte della risposta. Il vero nodo resta quello creativo: negli ultimi anni, il marchio ha alternato visioni stilistiche che non sempre sono riuscite a catturare l’attenzione del pubblico globale, pur cercando di mantenere intatta la propria identità britannica.
C’è chi spera che questa fase di ridimensionamento possa rappresentare un nuovo inizio. Con una leadership più focalizzata, un messaggio più coerente e un rinnovato equilibrio tra tradizione e innovazione, il marchio potrebbe riconquistare la sua rilevanza nel fashion system. Ma il tempo stringe, e in un mercato sempre più competitivo, il rischio di rimanere indietro è reale.
Nel frattempo, gli occhi dell’industria restano puntati sulla prossima mossa. Sarà la creatività, ancora una volta, a fare la differenza.