Presso il Museo Interattivo del Cinema, dal 23 novembre 2024 al 9 marzo 2025, verrà ospitata la mostra dal titolo ‘Marcello Dudovich, UnfinishedCinema 1915-1933’, prodotta e realizzata dalla Cineteca di Milano a cura di Matteo Pavesi.
Si tratta di un viaggio attraverso una preziosa selezione di manifesti e rarissimi bozzetti dell’epoca del muto, diversi realizzati dal grande artista triestino di nascita e milanese di adozione, vissuto tra il 1878 e il 1962, noto per essere stato uno dei più importanti cartellonisti e pubblicitari italiani del Novecento e un ottimo pittore.
Gli autori della prima generazione di cartellonistica, di cui Dudovich fa parte, provengono da esperienze artistiche diverse, pittura, illustrazione (per riviste, giornali e libri), caricatura, scenografia, grafica pubblicitaria per l’opera e il teatro, e soprattutto dall’esperienza del manifesto pubblicitario che, dal 1888 in poi, ha conosciuto in Italia una fortunata e rapida diffusione.
Nati nella seconda metà dell’Ottocento, i primi cartellonisti cinematografici italiani si formano in ambienti artistici classici. La maggior parte frequenta l’Accademia di Belle Arti, ma non meno frequenti sono i casi di formazione autodidatta, magari tramite un percorso più improntato al disegno. Dei ventisei lavori esposti e restaurati da Cineteca Milano, nove sono attribuibili a Dudovich, tre a Alfredo Ortelli, due a Giovanni Vianello, uno a Tito Corbella, quindi Filippo Omegna e Enrico Sacchetti, mentre i rimanenti non hanno alcun valore distintivo che li possa ricondurre a un autore specifico.
Ai bozzetti si aggiungono due manifesti prestati dalla Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, San Lazzero di Savena nel Bolognese per i film muti ‘Piccola ombra’ di Bianca Virginia Camagni e Ugo Falena (1916) e Severo Torelli di Louis Feuillade (1914) e un manifesto proveniente dalla Direzione Regionale dei Musei del Veneto, museo Collezione Salce Treviso per il film “L’uomo che voglio” di Sam Wood (1933). I ventisei bozzetti, tutti provenienti dall’archivio Cineteca Milano, sono stati oggetto di un accurato restauro eseguito in collaborazione con la scuola di restauro di Brera. Gli studenti, in qualità di tirocinanti presso il laboratorio interno della Cineteca, hanno avuto l’opportunità di lavorare sul prezioso nucleo di dipinti su carta. L’intero restauro è stato condotto nell’ottica del minimo intervento, volto a preservare l’immagine pittorica degli esemplari conservandone le caratteristiche originali.
L’intervento ha dato modo di studiare attentamente i materiali sia dal punto di vista tecnico, sia da quello storico artistico, consentendo di stabilire con certezza origine e autorialità di alcune delle opere fino ad oggi sconosciute.