Il gruppo di orologeria svizzero ha registrato ricavi per 7,8 miliardi di franchi svizzeri (pari a 8,3 miliardi di euro al cambio di oggi), pari a un incremento del 5,2%, mentre l’utile netto si è attestato a 890 milioni di franchi (941 milioni di euro), in crescita dell’8,1% rispetto agli 823 milioni di franchi (870 milioni di euro) dell’anno scorso. Il segmento orologi e gioielli ha registrato un forte margine operativo del 17,2%.
Luca Solca, analista di Bernstein, ha spiegato come Swatch sia stato vittima della “moderazione della domanda dei consumatori” che ha colpito i “second level brands”. Vi è inoltre un rallentamento della crescita organica di Swatch tra primo e secondo semestre.
L’utile netto del player guidato da Nick Hayek, controllante tra gli altri dei marchi Swatch, Omega, Longines, Tissot e Harry Winston, si è attestato a 890 milioni di franchi, un +8,1% rispetto agli 823 milioni dell’anno precedente.
A livello geografico, precisa la società di Bienne in merito ai dodici mesi, “in Asia hanno registrato tassi di crescita a due cifre Hong Kong, Macao, Thailandia, India, Giappone e Cina. L’Europa ha segnato una crescita di fatturato a una cifra, mentre in Svizzera le vendite sono esplose con una crescita superiore al 30%. In Nord America è proseguito il forte trend di crescita e i marchi Omega, Tissot e Swatch hanno conseguito valori record”.
La quota di fatturato del settore retail sul totale del segmento è cresciuta a quasi il 45%. Il fatturato medio per negozio è risultato superiore del 20% rispetto al valore dell’esercizio precedente. Swatch ha registrato una crescita record superiore al 60%, seguita da Longines, Tissot e Harry Winston con elevati tassi di crescita a due cifre.