Il nuovo report The State of Fashion 2023 ci mostra una fotografia sin troppo chiara dell’attuale situazione socio-economica in cui è immerso il sistema moda: divari abissali tra i super ricchi e una classe media che fatica ad affermarsi, un lusso sempre più costoso e articolato tra i poli LVMH – Kering, e infine un’insoddisfazione generale proveniente dal grande pubblico.
Tutti segnali che dovrebbero indicare un rallentamento (se non un arresto totale) dei profitti per i grandi nomi del luxury mondiale, ma che invece accompagnano una crescita costante e significativa dei marchi e gruppi high-end, come dimostrano i risultati di Kering (+15% nel 2022), LVMH (+23%), Gruppo Prada (+21%) e Chanel (22,9%).
Crescono, inoltre, i gruppi fast fashion Zara e H&M, esattamente come gli altrettanto popolari SHEIN e Primark.
Il report evidenzia quanto questo benessere tra le fasce più alte e le fasce più basse implichi una perdita sostanziale per i marchi di fascia media, che stanno assistendo a un calo di guadagni e a un aumento importante dei prezzi, percepito principalmente dai consumatori: Gap Inc., Kohl’s, Abercrombie & Fitch, Nordstrom e Macy’s e anche retailer come Zalando e SSENSE stanno affrontando una fase di crisi, che purtroppo coinvolge l’intera catena di produzione senza alcuna differenza.
“Prevediamo che il settore del lusso supererà in crescita il resto dell’industria, poiché gli acquirenti facoltosi continueranno a viaggiare e a spendere, rimanendo così più isolati dagli effetti dell’iperinflazione”, dichiara il report.
Ciò che rimane è l’incertezza per i retail di classe media e per i suoi consumatori, divisi tra un rincaro folle dei prezzi e una ricerca di stabilità.