Annunciato come il più grande takeover della storia del lusso, il tentato deal fra Lvmh e Tiffany, sfociato di recente in una burrascosa guerra legale, sembrerebbe oggi vicino a un epilogo.
Nel 2019 i due gruppi cominciarono un’intensa trattativa per definire le linee guida necessarie all’acquisizione di Tiffany da parte del colosso di Arnault. Quindi raggiunsero un primo accordo dal valore di 16,2 miliardi di dollari, fissando i termini per la conclusione dei negoziati al 24 novembre 2020. Tuttavia quando il mondo entrò nell’incubo Covid, Lvmh ricevette dal Ministro degli Esteri francese una lettera che gli chiedeva di rimandare l’operazione a non prima di gennaio 2021, anche considerando la minaccia Usa di imporre tariffe aggiuntive sui prodotti francesi.
La risposta di Tiffany è stata immediata, il Gruppo francese è stato infatti citato in giudizio presso la Corte del Delaware con l’accusa di aver volutamente rallentato la conclusione del dea, tentando in modo improprio di ritrattarne il negoziato. Lvmh, forte del sostegno da parte del Governo, ha deciso a sua volta di denunciare la gioielleria newyorkese con l’accusa di mala gestione durante l’emergenza Covid.
Oggi la questione sembra però essere giunta finalmente a una svolta. Stando alle ultime rivelazioni dell’agenzia Reuters, Lvmh riceverà il 26 ottobre dall’Antitrust Ue il via libera per l’acquisizione del player americano. Nel frattempo, si sono già espressi con parere positivo anche il Comitato sugli investimenti esteri degli Stati Uniti e le autorità antitrust di Cina, Corea del Sud, Canada e Australia, resta, tuttavia, incerta la posizione di Taiwan.