Una nuova indagine promossa da Intesa San Paolo Private Banking in collaborazione con i galleristi di Miart affronta ancora una volta il mondo del vino approfondendo nel più ampio volume “Collezionisti e valore dell’arte in Italia” la visione sulla potenzialità dei più pregiati vini italiani da parte dei collezionisti del Bel Paese.
Il campione considerato si è composto di uomini e donne con un’età media di circa 58 anni abitanti per il 70% nelle regioni settentrionali, per l’11% nel Centro, per il 7% nelle regioni del Sud ed infine per il 4% all’estero, il profilo del collezionista medio delineato dall’indagine si caratterizza inoltre per l’elevato grado d’istruzione, per la professione (liberi professionisti, imprenditori o dirigenti) e per il fatto che si punti tutto sulla qualità dei prodotti e non solo sulla quantità. In effetti, oltre il 40% dei collezionisti intervistati possiede meno di 50 opere mentre il 60% meno di 100, esistono poi delle mirabili eccezioni per cui in appena 11 casi le collezioni superano le 500 unità e soltanto in 3 casi le 1.000.
L’istituto chiarisce un dato essenziale, in sostituzione a gioielli, orologi, auto o moto d’epoca oggi ben 6 collezionisti italiani su 100 scelgono di investire sul vino considerando il valore che il mercato mondiale delle aste oggi muova, quasi pari a mezzo miliardo di dollari l’anno. In questo mercato, dominato fino a poco tempo fa in maniera pressoché monopolistica da Borgogna e Bordeaux, sono oggi entrati con forza molti vini italiani che, battuti ultimamente dalle grandi case d’asta quali Christie’s, Zachys o Pandolfini per cifre da capogiro, vedono trionfare i pregiati Barolo, Brunello e Bolgheri, con etichette quali il Monfortino di Giacomo Conterno, Gaja e Giacosa, il Brunello di Montalcino di Biondi Santi e Case Basse (Soldera), il Tignanello e il Solaia della Marchesi Antinori, il Sassicaia della Tenuta San Guido e ancora il Masseto di Bolgheri.
Ne è esempio il successo estivo dell’asta del ristorante Del Posto di Joe Bastianich, conclusasi con 5,7 milioni di euro incassati il cui merito è da attribuire per maggioranza ai pregiati vini italiani proposti.