“Siamo passati dall’acqua del Tamigi alle nuvole del London sky, inseguendo le tempeste e abbandonandoci alla forza della natura. Adoro l’idea che la donna McQueen sia una cacciatrice di tempeste”. Così il Ceo Sarah Burton spiega la sua nuova interpretazione di Alexander McQueen per la collezione primavera-estate 2022. Segnando il suo primo défilé fisico dopo la pandemia e un agognato ritorno a Londra, dopo oltre un decennio di sfilate a Parigi.
Il set è una struttura riutilizzabile ideata e progettata dall’architetto Smiljan Radic e realizzata sul tetto del Tobacco docks yellow park a Wapping, East London.
“Siamo passati dall’acqua e dal fango sulle rive del Tamigi, al cielo e all’ambiente in continua evoluzione in cui viviamo e lavoriamo, a Londra dalla cattedrale di Saint Paul al London Eye», prosegue.
La libertà della sua nuova collezione è testimoniata delle nuvole stampate su taffetà e faille: filati di poliestere riciclato al 100%, con tutta la freschezza e il fruscio seducente dei tessuti originali. Ma c’è anche il contrappunto di una nuova sartorialità squadrata, biforcuta da zip. Il contrasto, la luce e l’ombra per eccellenza di McQueen. Con stivali pesanti. I suoi nubifragi ricordano il denim sbiancato di Lee McQueen nella collezione Dante, proprio 25 anni fa e così adatto al 700° anniversario del poeta.
«Abbiamo osservato il tempo e catturato la formazione e la colorazione delle nuvole dall’alba al tramonto e abbiamo documentato i modelli mutevoli, dai cieli azzurri a quelli più turbolenti».
Un’installazione sonora di John Gosling presenta «Safe from harm» dei Massive Attack e «Yesterday faded» di Daniel Avery. In prima fila, il patron di Kering, François-Henri Pinault sorride soddisfatto.
London calling. Sarah Burton riporta a casa lo spirito di Lee McQueen trasfigurato dalla sua visione. Sfilare a Londra per la prima volta dopo anni era un modo per celebrare il fondatore ma anche tutto il team che ha saputo portare sulle spalle un’eredità tanto pesante quanto brillante. «Inseguire la tempesta non riguarda solo la bellezza dei panorami, ma anche la sensazione di essere tutt’uno con un mondo che è più grande e più potente di noi», conclude la creativa.