“L’accordo non può avere luogo. Ci è impossibile completare questa transazione” dichiara Jean-Jacques Guiony, chief financial officer di Lvmh. Nel pomeriggio di ieri il manager ha fatto chiarezza sullo stallo di quello che doveva essere il più grande deal dell’industria del lusso, il takeover da 16,2 miliardi di dollari (13,6 miliardi di euro) di Tiffany & Co.
La notizia del mancato acquisto è arrivata ieri mattina, quando il colosso guidato da Bernard Arnault ha reso nota la ricezione di “una lettera del Ministro francese per l’Europa e gli Affari Esteri che, in risposta alla minaccia di tasse sui prodotti francesi formulata dagli Stati Uniti, ha chiesto al gruppo Lvmh di rinviare l’acquisizione di Tiffany oltre il 6 gennaio 2021″. Inoltre, il management ha preso atto della domanda di Tiffany di rinviare la scadenza della realizzazione dell’accordo del 24 novembre al 31 dicembre 2020. Di fronte a queste richieste, il CDA ha ribadito di voler aderire ai termini dell’accordo e del progetto di fusione concluso a novembre 2019, che prevede un termine per la chiusura della transazione non oltre il 24 novembre 2020.
Secondo quanto scrive Business of Fashion, Tiffany sarebbe stata informata con ritardo di questi ultimi sviluppi. “Riteniamo che Lvmh cercherà di utilizzare tutti i mezzi disponibili nel tentativo di evitare di chiudere la transazione nei termini concordati”, ha dichiarato in una nota il chairman di Tiffany, Roger Farah. Il famoso brand della gioielleria ha fatto sapere di avere intentato un’azione legale nel Delaware.
“È un ordine governativo, non abbiamo altra scelta”, ha continuato Guiony, aggiungendo che i consulenti di Lvmh hanno spiegato alla società di avere il diritto di chiedere un rinvio.
Le ultime notizie hanno fatto sì che Tiffany chiudesse la settimana di borsa con un calo di quasi sette punti percentuali.