Un recente studio condotto su un campione di 2.123 studenti italiani (tra gli 11 e i 17 anni) rivela una significativa debolezza nella percezione della contraffazione tra i più giovani. Secondo i dati diffusi in occasione della decima edizione della Settimana Anticontraffazione, solo il 30 % degli intervistati è in grado di fornire una definizione corretta di merce contraffatta, mentre il 33 % ammette di non avere alcuna percezione della differenza tra prodotto autentico e falso.
L’indagine è stata commissionata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e dallo Moige – Movimento Italiano Genitori, ed è stata condotta dall’istituto Istituto Piepoli nella prima metà del 2025.
I risultati mostrano come la maggior parte degli adolescenti (circa il 72 %) non conosca le strategie utilizzate dai contraffattori.
Gli studenti dichiarano che i prodotti falsi sono facilmente reperibili e soprattutto riguardano settori come l’abbigliamento, gli accessori e la tecnologia. Il 73 % delle adolescenti e degli adolescenti crede che il fenomeno sia diffuso in tutti i settori, ma in pratica è percepito più comunemente nei comparti sopra citati.
Una quota rilevante (46 %) afferma di essersi imbattuta in offerte sospette online, su piattaforme di e-commerce o social media, con prezzi troppo bassi per essere credibili.
Inoltre, quando viene chiesto quali siano le conseguenze dell’acquisto di merce contraffatta, il 67 % menziona la scarsa qualità o minore durata, mentre solo una minoranza richiama i rischi legali, economici o per la salute. Il 25 % sostiene che non ci siano rischi.
Il dato assume rilevanza non solo sul piano della tutela del consumo, ma anche per la salvaguardia del “made in Italy”, della sicurezza dei prodotti e dell’integrità delle imprese che investono in marchi e filiere originali. Se una parte significativa dei giovani non riconosce il falso o non ne percepisce i rischi, viene meno parte della possibile domanda responsabile e consapevole.
In un contesto dove l’e-commerce e i social network rappresentano canali privilegiati di diffusione della contraffazione tra le nuove generazioni, l’educazione all’acquisto diventa un fattore strategico per la prevenzione.
Alla luce di questi dati, gli enti promotori sottolineano la necessità di intensificare le iniziative formative – rivolte a ragazzi, genitori e docenti – sull’educazione al consumo, sulla conoscenza dei rischi legati alla contraffazione e sul rafforzamento della consapevolezza digitale. Il Moige, in collaborazione con l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi del MIMIT, promuove percorsi formativi in questo senso.
Inoltre, l’ambito digitale richiede particolare attenzione: gli adolescenti segnalano di non avere strumenti adeguati per distinguere autentico e falso, soprattutto online.
L’indagine mette in luce una lacuna significativa nella percezione della contraffazione tra i giovani italiani: non basta definire il fenomeno, è necessario renderlo comprensibile nei suoi effetti concreti – economici, legali, sociali – e stimolare una cultura del consumo che valorizzi l’originalità, la sicurezza e la trasparenza. Il percorso educativo appare quanto mai urgente, perché la formazione può fare la differenza nella scelta e nella tutela dei consumatori del domani.


