Nel mese di settembre 2025, il comparto dell’orologeria svizzera ha registrato una flessione nelle esportazioni che riflette un panorama commerciale più complesso, segnato in particolare dai dazi statunitensi e da una domanda internazionale meno vivace. Secondo i dati diffusi da fonti quali Federation of the Swiss Watch Industry (FH) e rilanciati da testate economico-finanziarie, le spedizioni sono scese in termini di valore, con un calo annuale attorno al 3 %.
Il principale ostacolo proviene dall’introduzione da parte degli Stati Uniti del dazio del 39 % sulle importazioni dalla Svizzera, entrato in vigore nell’agosto 2025 e applicato in particolare ai prodotti orologieri. In agosto, il mercato americano ha visto un crollo delle esportazioni svizzere di orologi, che secondo alcuni rapporti hanno segnato un declino nell’ordine del 24 % mensile.
Questo scenario ha spinto le aziende del settore a prepararsi con anticipo: molti marchi, infatti, hanno incrementato le spedizioni verso gli Stati Uniti nelle settimane precedenti l’entrata in vigore del dazio per smaltire stock e limitare l’impatto.
Al contempo, la forte divisa nazionale (il franco svizzero) e la debolezza della domanda in mercati chiave quali Cina e Hong Kong contribuiscono a rendere lo scenario più arduo per gli esportatori.
Il calo delle esportazioni verso gli Stati Uniti — storicamente uno dei mercati più rilevanti per l’orologeria elvetica — rappresenta un segnale di allerta per i player del lusso.
È probabile che i costi aggiuntivi dei dazi vengano in parte trasferiti sul consumatore finale nord-americano, con un aumento dei prezzi o una maggiore pressione sui margini.
Le imprese sono chiamate a diversificare i mercati di sbocco (India, Messico, mercati emergenti) e a puntare su segmenti alternativi come il second-hand o l’after-sales, per mitigare l’impatto della contrazione.
Seppure il rallentamento registrato nel periodo rappresenti un campanello d’allarme, il settore orologiero svizzero sembra dotato di strumenti (stock preventive, brand forti, rete distributiva consolidata) che gli consentono di affrontare la turbolenza. Resta però la necessità di reagire con strategie flessibili in un contesto globale sempre più volatile.