Quando, venerdì 6 febbraio 2026, l’“Armonia” darà il via ai Giochi olimpici invernali di Milano‑Cortina, lo scenario sarà tutt’altro che ordinario. Per la prima volta la cerimonia inaugurale assumerà un modello «diffuso», con la platea collocata non soltanto a Milano ma anche a Cortina d’Ampezzo, in Valtellina e in Val di Fiemme.
L’evento si svolgerà all’interno del celebre Stadio Giuseppe Meazza (San Siro), che si prepara a vivere uno degli ultimi grandi appuntamenti della sua storia prima della profonda trasformazione prevista.
Una cerimonia dal respiro internazionale e dall’impronta fortemente italiana: protagonista è la narrazione dei valori – unità, inclusione, bellezza – sintetizzata nella parola “Armonia”, scelta come filo conduttore dello spettacolo.
Tra i nomi già annunciati spicca Matilda De Angelis, chiamata a incarnare nel racconto della serata lo spirito del talento contemporaneo italiano.
Inoltre, sarà reso un tributo d’eccezione a Giorgio Armani, simbolo dello stile made in Italy e partner storico del movimento olimpico nazionale: la sua figura sarà al centro di un momento dedicato all’eccellenza della creatività italiana.
Una nota tecnica: lo spettacolo si articolerà attorno a una scenografia centrale – una struttura con quattro rampe che idealmente collegheranno la città e la montagna – pensata per valorizzare i territori coinvolti nei Giochi e rendere tutti partecipi, anche in luoghi diversi dalla sede principale.
Infine, l’aspetto economico: il budget previsto per la produzione della cerimonia è stato stimato nell’ordine di decine di milioni di euro, degno del profilo globale dell’evento.
È la prima volta che una cerimonia inaugurale olimpica invernale assume un modello policentrico, coerente con la geografia dei Giochi Milano‑Cortina.
Lo sguardo è internazionale, ma radicato nell’identità italiana: arte, design, moda e montagna si fondono in un racconto unitario.
La scelta di San Siro come teatro dell’apertura esalta il simbolo milanese e valorizza un impianto storico destinato a mutare, rendendo la serata – come sottolineato da alcuni osservatori – quasi un epilogo «in grande» per lo stadio.