Con la recente scomparsa di Giorgio Armani — avvenuta il 4 settembre 2025 all’età di 91 anni — il panorama della sua casa di moda e del suo patrimonio creativo è entrato in una fase cruciale di transizione. Secondo documenti resi noti alla stampa, la Fondazione Giorgio Armani, creata nel 2016 come pilastro del piano successorio dello stilista, ha deciso di nominare Pantaleo “Leo” Dell’Orco come nuovo presidente del consiglio di amministrazione.
Dell’Orco è da lungo tempo il più stretto collaboratore di Armani, sia sul piano professionale sia personale. Già consigliere delegato del gruppo, è stato accanto allo stilista nei momenti chiave e ha ricoperto ruoli centrali nella gestione creativa delle linee uomo.
Una governance ridisegnata
Il nuovo organigramma della Fondazione, oltre alla figura di Dell’Orco, include personalità di spicco: il banchiere Irving Bellotti, il nipote di Armani Andrea Camerana, la notaio Elena Terrenghi e l’avvocato Andrea Silvestri.
Secondo il lascito testamentario dello stilista, la Fondazione ha il compito di formulare una proposta per il nuovo CEO del gruppo. Inoltre, Armani ha disposto che venga venduta una quota del 15 % dell’azienda, con priorità concessa a gruppi di lusso come LVMH, L’Oréal o EssilorLuxottica, o a un soggetto equivalente individuato insieme a Dell’Orco.
Diritti di voto e assetti ereditari
I documenti notarili che hanno accompagnato il testamento chiariscono i meccanismi della distribuzione di diritti di voto nel gruppo. Dell’Orco riceverà il 40 % dei diritti di voto, mentre la Fondazione si aggiudica il 30 %. I restanti 30 % sono ripartiti in parti uguali tra i nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana (15 % ciascuno).
Dal punto di vista patrimoniale, il testamento assegna beni di pregio e opere d’arte: fra queste, il ritratto di Andy Warhol va a Dell’Orco, mentre un dipinto di Matisse è destinato alla sorella di Armani.
Il profilo di Leo Dell’Orco
Nato a Bisceglie nel novembre 1952, Dell’Orco si trasferì in giovane età con la famiglia a Milano, dove cominciò la sua carriera lontano dai riflettori. Il suo incontro casuale con Armani, avvenuto mentre i cani dei due uomini giocavano nei giardini di via Tiraboschi, è diventato aneddoto emblematico del suo ingresso nell’universo dell’imprenditoria e della moda.
Negli anni, il suo ruolo presso la maison è cresciuto costantemente: da modello per le collezioni maschili a responsabile dell’ufficio stile uomo, fino a divenire interlocutore strategico nelle decisioni aziendali. Pur essendo da sempre schivo, ha spesso incarnato il trait d’union tra la dimensione creativa e quella manageriale del brand.
Parallelamente al suo impegno nella moda, Dell’Orco è stato protagonista anche nel mondo sportivo: dal 2019 ricopre la presidenza del consiglio di amministrazione dell’Olimpia Milano, squadra di pallacanestro sostenuta da Armani stesso.
Le sfide che lo attendono
Il passaggio di consegne non sarà senza difficoltà: Dell’Orco dovrà bilanciare il rispetto della visione stilistica originale di Armani con le dinamiche competitive del mercato globale del lusso. Allo stesso tempo, dovrà gestire la liquidazione parziale del capitale societario secondo le indicazioni testamentarie e trovare un nuovo CEO in grado di incarnare l’eredità del fondatore.
La sua conoscenza profonda del marchio, unita al ruolo centrale che riveste ora nei diritti di voto, lo pone come figura chiave nella governance futura del gruppo. In questa fase delicata, il suo compito sarà preservare l’equilibrio tra continuità stilistica e innovazione gestionale.