La Commissione europea ha inflitto una multa complessiva di 157 milioni di euro ai brand del lusso Gucci, Chloé e Loewe, giudicando che abbiano violato le norme europee sulla concorrenza imponendo restrizioni sui prezzi di rivendita.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta, le tre maison avrebbero imposto vincoli ai rivenditori indipendenti — sia nei negozi fisici sia nelle vendite online — stabilendo prezzi minimi, limiti agli sconti e restrizioni sui periodi di vendita. In casi particolari, è emerso che alcuni prodotti sono stati esclusi dalle vendite online da parte dei rivenditori, su imposizione del marchio.
Bruxelles ha definito tali pratiche come una «violazione unica e continuata» dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, poiché esse hanno limitato la libertà commerciale dei rivenditori, ostacolato la concorrenza e mantenuto artificialmente alti i prezzi per i consumatori.
Le sanzioni per singolo marchio
Le riduzioni delle multe sono state accordate in funzione della collaborazione delle aziende durante l’indagine:
Brand | Multa prima della riduzione | Riduzione ottenuta | Sanzione finale approssimativa* |
---|---|---|---|
Gucci | – | 50 % | ~ 119,7 milioni di euro |
Chloé | – | 15 % | ~ 19,7 milioni di euro |
Loewe | – | 50 % | ~ 18,0 milioni di euro |
* Valori forniti dalle decisioni della Commissione.
Le pratiche oggetto della sanzione si protraggono dal 2015 (per Gucci e Loewe) fino al 2019 (per Chloé), cessando in seguito a ispezioni a sorpresa condotte dall’autorità europea nel 2023.
Reazione delle istituzioni comunitarie e contesto
Teresa Ribera, vicepresidente esecutiva della Commissione, ha dichiarato: «In Europa tutti i consumatori, ovunque acquistino, online o offline, devono poter beneficiare di una vera concorrenza sui prezzi». Ha aggiunto che questa decisione invia «un forte segnale» al settore della moda: non verranno tollerati comportamenti restrittivi che minano il mercato europeo.
Nel comunicato della Commissione si sottolinea che le tre aziende hanno cercato di uniformare i prezzi e le condizioni applicate nei canali di vendita diretta e nei rivenditori indipendenti, esercitando un controllo sui margini e intervenendo su eventuali scostamenti dai parametri desiderati.
I gruppi di appartenenza dei marchi colpiti — Kering per Gucci, Richemont per Chloé e LVMH per Loewe — non hanno espresso al momento reazioni ufficiali di rilievo nei media.
Significato e possibili conseguenze
Questo provvedimento rappresenta un importante precedenza dell’Unione europea nel settore del lusso, segnalando che anche brand di fascia alta non sono esenti dal rispetto delle regole antitrust. Illustra come le autorità europee stiano intensificando il controllo sulle dinamiche commerciali del mercato digitale e fisico, con un’attenzione crescente verso pratiche che possono penalizzare i rivenditori indipendenti e i consumatori.
Dal punto di vista pratico, queste restrizioni sui prezzi possono aver contribuito a una riduzione della competizione tra rivenditori — con effetti di aumento dei costi per gli acquirenti e meno margine per i negozianti — mentre al marchio interessa mantenere un’immagine di premium pricing e controllo uniforme su tutta la rete distributiva.
A livello più ampio, la multa rafforza la posizione delle istituzioni europee nel proibire pratiche di resale price maintenance (fissazione del prezzo di rivendita) e nel garantire che le condizioni del mercato interno restino aperte e trasparenti.