In un dialogo audace tra design e couture, Elisabetta Franchi e Pronovias svelano la loro seconda collezione sposa per il 2026, un progetto che si distacca dalla tradizione verso un registro più contemporaneo e scultoreo. Se la prima collaborazione aveva già riscosso curiosità, questo nuovo capitolo afferma con chiarezza l’ambizione dei due brand: creare abiti che siano allo stesso tempo intrisi di bellezza e di consapevolezza estetica.
Un’ispirazione architettonica per un’armonia di forme
Il concept della collezione ha radici nel decostruttivismo di Frank Owen Gehry, la cui visione architettonica ha ispirato una reinterpretazione della silhouette nuziale “classica”. L’obiettivo è trasformare l’abito da sposa in materia flessibile e mobile, dove pieghe, volumi e spazi vuoti dialogano con il corpo in un continuo divenire. La sposa-fruitrice diviene superficie vitale, tela animata dal movimento.
Diciotto nuovi modelli – numero che suggella l’equilibrio tra progetto e sperimentazione – emergono dalla fusione di tessuti preziosi come satin, crêpe, organza rigida e tulle plissettato. Le linee strutturali, i corsetti sagomati e i motivi tridimensionali rivelano un’attitudine sensuale ma controllata, mai ostentata.
Dettagli e tendenze: l’arte sartoriale come cifra stilistica
- Drappeggi che sembrano scorrere, sospesi nell’aria, impreziosiscono il corpo con fluidità luminosa.
- Corsetti in crêpe o tulle, con stecche visibili o invisibili, modellano il busto e si fondono con elementi trasparenti.
- Ricami volumetrici in microcristalli e pizzi, come incisioni leggere sul tessuto, creano giochi di luce e matericità.
Ciò che distingue il progetto è la volontà di fondere forza e delicatezza: ogni abito è concepito come un oggetto d’arte che accompagna la sposa nella sua esperienza personale, ma che parla anche di eleganza come atto progettuale.
Tra continuità e novità: il cammino della partnership
Dopo il debutto della linea bridal nel 2024, la collaborazione tra Elisabetta Franchi e Pronovias si era già declinata nella capsule “Colour’s Bouquet”, dedicata alla moda cocktail, con tessuti leggeri, palette estive e un’interpretazione fiorita del guardaroba femminile.
Ora, con la collezione 2026, il patto creativo si rinnova su scala maggiore, con un sguardo audace e visionario verso il futuro della moda nuziale. Il sodalizio testimonia la volontà di entrambi i brand di coniugare know-how bridal (Pronovias) con l’identità della stilista italiana: elegante, definita e moderna.
Una sposa che sceglie di esistere
Non è più la sposa che “indossa un abito”, ma una figura che abita il proprio vestito, ne plasma gli spigoli e ne adegua il ritmo. Questi abiti sono pensati per donne che intendono celebrare l’amore senza compromettere la propria identità visiva: silhouette che evocano sculture luminose, materiali sperimentali ma domabili, un linguaggio estetico audace ma radicato.
In questo senso, la collezione 2026 invita a ripensare l’abito da sposa come progetto in divenire: un corpo che si modella, un design che evolve, un percorso che unisce tradizione e innovazione.