Con la chiusura definitiva della Locanda Locatelli, uno dei pilastri della cucina italiana nella capitale britannica, si volta pagina anche per la sua celebre carta dei vini. La cantina del ristorante, attivo dal 2002 nel quartiere elegante di Marylebone sotto la guida dello chef Giorgio Locatelli, sarà messa all’asta da Bonhams, storica casa d’aste londinese, in un evento online che avrà luogo dal 1 al 14 ottobre 2025.
La Locanda Locatelli, aperta insieme alla moglie Plaxy Cornelia Exton, ha retto saldamente una stella Michelin dal 2003 fino alla chiusura — annunciata a inizio anno con uno scarno ma sentito messaggio sui social: “È con la tristezza nel cuore, per ragioni indipendenti dalla nostra volontà, che chiudiamo definitivamente”.
Non è però un addio totale: Locatelli è già in pista con il nuovo ristorante italiano all’interno della National Gallery, Trafalgar Square, con l’intento di portare la stessa cura per gli ingredienti e il culto del Made in Italy che aveva reso celebre la Locanda.
In asta: una collezione d’eccellenza
La carta dei vini della Locanda, che ha alimentato per oltre due decenni lo stupore e il gusto degli estimatori, diventa protagonista ancora una volta. Nel catalogo dell’asta sono presenti nomi che incarnano la storia dell’enologia italiana: Conterno, Masseto, Gaja, Sassicaia, Ornellaia, Quintarelli.
Tra i lotti più ambiti:
- Barolo Monfortino Riserva 1997 di Giacomo Conterno (5‑6.300 € per cinque bottiglie)
- Masseto 2001 (sei bottiglie nella cassa originale), stimato tra 4.400‑5.700 €
- Una verticale di Barbaresco Gaja (2008‑2011), 12 bottiglie, con stime intorno a 3.000‑3.900 €
- Una verticale di Sassicaia dal 1997 al 2015 (12 bottiglie), anch’essa stimata tra 3.000‑3.900 €
- Tra i vini non italiani, spicca il Comtes de Champagne 1996 di Taittinger, valutato tra 2.800‑3.700 €
Un’eredità che vive oltre la chiusura
La Locanda Locatelli non era solo un ristorante di alto profilo per la cucina e i vini: era un’istituzione riconosciuta a livello internazionale. Lo stile raffinato, l’atmosfera calda, la cura nei dettagli — sia nei piatti che nella carta dei vini — hanno fatto sì che il locale diventasse più di un luogo di ristoro: un punto di riferimento per chi ama la buona tavola italiana all’estero.
Con la sua chiusura, lo chef Locatelli ha aperto un capitolo nuovo, guardando al futuro. Il nuovo ristorante alla National Gallery rappresenta non solo una ricollocazione, ma anche un segnale: la cucina italiana, con le sue tradizioni e le sue eccellenze, è capace di rinascere, adattarsi, continuare a sorprendere anche in contesti prestigiosi e simbolici.