Nato nel 1979 a Pescia e cresciuto a Castelmartini, Enrico Bartolini è oggi considerato lo chef più stellato d’Italia: ha conquistato 14 stelle Michelin, cifra che lo colloca al secondo posto mondiale alle spalle di Alain Ducasse.
Diplomatosi all’Istituto Alberghiero “Martini” di Montecatini Terme, Bartolini mosse i primi passi dietro i fornelli nella cucina dello zio al ristorante “Il Colono” a Castelmartini. Da lì, la sua ambizione lo spinse all’estero: a Parigi come collaboratore di Paolo Petrini, a Londra con Mark Page, prima del rientro in Italia e del completamento del suo apprendistato con Massimiliano Alajmo.
Interrogato sull’effetto del successo, Bartolini risponde con sobrietà: «Sono rimasto lo stesso, solo un po’ più consapevole». La sua filosofia gastronomica si ispira ai prodotti, ai luoghi e alle relazioni umane — una cucina che unisce estetica e sapore, sempre nel segno della coerenza.
Oggi il suo impero gastronomico comprende 11 ristoranti in Italia — tra cui MUDEC e Verticale a Milano, Villa Elena a Bergamo Alta, Glam a Venezia, La Trattoria in Maremma — e 3 all’estero: Roberto’s a Dubai, Spiga a Hong Kong e Amici a Bali.
Nonostante l’imponente blasone, Bartolini non nasconde le difficoltà del settore: gestione onerosa, ricerca del personale e il rischio di burnout per chi lavora nelle cucine sono sfide concrete. Tuttavia, per lui, la stella Michelin resta un riconoscimento che comporta responsabilità: «Mi rende fiero che il mio impegno venga riconosciuto, ma non dimentico quanto lavoro ci sia dietro».
Tra le novità previste, Bartolini ha svelato l’imminente progetto romano, con apertura nel 2026 su una terrazza panoramica in città. Inoltre, tornerà a Montecatini Terme per condurre la cena di gala del Festival Food&Book, nella struttura dove ha studiato agli albori della sua formazione.
La cometa culinaria partita dalla Valdinievole ha dunque consolidato il suo cammino: un percorso che unisce radici toscane, visione internazionale e una ferrea disciplina artigianale.


