La nuova collezione di Max Mara esplora un’estetica fatta di contrasti armoniosi. Linee pulite e silhouette dinamiche si intrecciano con dettagli sorprendentemente stravaganti. Su un trench impeccabile, una decorazione sulle spalle evoca le foglie dorate di un acanto o le piume di un uccello fantastico. Un fregio voluminoso, simile al profilo di una misteriosa creatura marina, scolpisce con eleganza i fianchi di una rigorosa gonna a matita. Come petali di un fiore esotico o fronde di un anemone, una gonna in organza prende vita attraverso centinaia di frammenti di tessuto, minuziosamente tagliati e ripiegati.
I colori, evanescenti e appena accennati, si ispirano alla musa della collezione: la Regina del Rococò, Madame de Pompadour. L’intera linea emana un’aura quasi eterea, tanto delicata quanto potente. A contrasto, accessori decisi — borse e scarpe nere, cinture elastiche e spalline che ricordano delle imbracature — riflettono la precisione e l’ingegno di una donna che seppe fare della raffinatezza un’arma di potere. Giacche impeccabili e pantaloni a vita bassa ancorano saldamente la collezione al presente.
“Dare più valore all’eleganza, alle dolci emozioni e alla fantasia che alla morale e alla verità; […] ignorare la virtù e le convenzioni per coltivare solo i piaceri che si stanno vivendo in questo momento.” Con queste parole, lo scrittore giapponese Novala Takemoto descrive il Rococò, che considera l’espressione massima di un individualismo assoluto. Secondo lui, questo stile “incarna lo spirito del punk rock e dell’anarchia più di qualsiasi altra filosofia”.
Madame de Pompadour merita senza dubbio un posto d’onore nel pantheon delle donne straordinarie che ispirano Max Mara. Non aristocratica di nascita, costruì la propria influenza con intelligenza, sensibilità e gusto. Mecenate di artisti come Watteau e Boucher, disdegnava gli oggetti “comuni o banali” e fondò la celebre manifattura di porcellane di Sèvres. Frequentava i salotti più colti dell’epoca, intratteneva conversazioni filosofiche con Voltaire e Montesquieu, e fu anche attrice di talento: recitò e ospitò opere di Rousseau, Molière e Racine. Sostenitrice appassionata della controversa Encyclopédie di Diderot, promosse un’idea di cultura che aspirava a una società più illuminata.
Lo stile Rococò – dal termine francese rocaille, che rimanda alle composizioni di rocce e conchiglie usate per decorare le grotte aristocratiche – trae ispirazione dalla natura, celebrandone l’asimmetria e la meraviglia. Il fascino settecentesco per i cabinet des curiosités alimenta le stampe della collezione, dove ogni creatura vivente — fauna e flora terrestri, celesti e marine — viene dipinta con grazia su strati impalpabili di organza.
Per Max Mara, la forza di questa collezione risiede nella leggerezza. L’eleganza, nella fantasia. E il potere, nella giocosità.


