Giorgio Armani, morto il 4 settembre 2025 a 91 anni, ha lasciato disposizioni molto articolate che delineano non solo la ripartizione del suo vasto patrimonio, ma anche la governance e il futuro della sua maison. I documenti, scritti di suo pugno e redatti nei mesi scorsi, sono stati aperti il 9 settembre presso lo studio notarile milanese di Elena Terrenghi.
Gli elementi chiave del testamento
1. Due testamenti in forma segreta
Armani ha predisposto due testamenti, entrambi datati rispettivamente 15 marzo e 5 aprile 2025, consegnati in busta sigillata. Uno riguarda la sua impresa e quote aziendali, l’altro i beni personali — immobili, opere d’arte, yacht, arredi, ecc.
2. La Fondazione Giorgio Armani come fulcro del futuro
Tutte le quote della società Giorgio Armani Spa (ossia la casa di moda) vengono attribuite alla Fondazione Giorgio Armani. In termini pratici, la Fondazione ottiene il 100% delle azioni: una piccola parte in piena proprietà (circa il 9,9%) e la restante in nuda proprietà, mentre l’usufrutto su gran parte delle azioni è assegnato a Pantaleo “Leo” Dell’Orco, storico compagno e collaboratore di Armani.
3. Diritti di voto e governance
Leo Dell’Orco ottiene il 40% dei diritti di voto nella società.
La Fondazione si assicura almeno il 30% dei diritti di voto.
I nipoti Silvana Armani e Andrea Camerana ricevono ciascuno il 15% dei diritti di voto.
Restano quote senza diritto di voto alla sorella Rosanna e all’altra nipote Roberta.
4. Vendita o quotazione entro un arco temporale stabilito
Una parte significativa del testamento riguarda il futuro assetto societario:
Fra 12 e 18 mesi dall’apertura della successione, la Fondazione dovrà vendere il 15% del capitale della Armani Spa, dando priorità ad uno dei gruppi: LVMH, EssilorLuxottica o L’Oréal, o un soggetto di pari standing scelto in accordo con Dell’Orco.
A partire dal terzo anno e entro il quinto, è previsto che lo stesso acquirente riceva un’ulteriore quota compresa tra il 30% e il 54,9% del capitale. In alternativa, se non si trova un acquirente, la società può essere quotata in borsa. In ogni caso, la Fondazione non dovrà scendere sotto al 30,1% del capitale.
5. Immobili, oggetti personali e altri lasciti
Armani ha disposto la ripartizione delle sue proprietà immobiliari (ville, residenze in località esclusive: Saint Tropez, Antigua, Saint Moritz, Pantelleria, Broni, New York, ecc.), nonché degli arredi, delle opere d’arte, dei quadri. Alcune proprietà vanno in piena proprietà, altre in nuda proprietà; l’usufrutto su molte di esse è affidato a Dell’Orco.
Anche oggetti di valore affettivo o artistico: quadri, foto, arredi, vengono assegnati specificamente — con precise indicazioni anche sul fatto che molti arredi non debbano essere spostati, rimangano integri e nel luogo originario finché Dell’Orco vorrà viverci.
6. Principi ispiratori per la gestione futura
Nei testamenti sono indicate anche regole e valori che dovranno guidare la gestione del Gruppo sotto la Fondazione: gestione etica, stile essenziale, moderno ed elegante, attenzione all’innovazione, qualità, eccellenza del prodotto.
Le implicazioni e le novità
È un assetto che cerca di conciliare continuità aziendale e controllo fiduciario, pur introducendo elementi di apertura — come la possibile entrata di un grande gruppo del lusso o la quotazione in borsa.
Il fatto che Armani non avesse eredi diretti gli ha permesso maggiore libertà nella definizione del testamento, senza essere vincolato dalle quote legittime previste dalla legge per coniuge o figli.
La Fondazione assume un ruolo centrale non solo come proprietario ma come guardiana del marchio nel senso più ampio: stile, etica, eredità culturale. Dell’Orco, grazie all’usufrutto e ai diritti di voto, diventa figura chiave nelle decisioni pratiche.