È un’elegante commistione di ricordo e futuro quella che si respira oggi nella città che da sempre è il palcoscenico del lusso italiano: la Milano Fashion Week. A pochi giorni dalla scomparsa di Giorgio Armani, avvenuta a 91 anni, l’eredità del suo stile inconfondibile si prepara a manifestarsi nelle forme delle collezioni e degli eventi già programmati nel calendario della moda.
Il gruppo Armani ha assicurato che le sfilate Emporio Armani e Giorgio Armani proseguiranno come previsto. In più, sarà inaugurata una mostra-tributo per celebrare i 50 anni della maison, che si terrà alla Pinacoteca di Brera e raccoglierà circa 150 creazioni d’archivio affiancate da opere d’arte. L’apertura è fissata per il 24 settembre. Le sfilate Emporio Armani (25 settembre) e Giorgio Armani (28 settembre) saranno entrambe parte di questa celebrazione finale che segna la chiusura simbolica di un capitolo importantissimo della storia della moda.
Non si tratta solo di omaggi: la decisione di non rinviare gli show riflette una scelta precisa, quella di continuare a portare avanti i valori che hanno sempre animato il lavoro di Armani: impegno, riservatezza, eleganza sobria, precisione sartoriale. In un contesto internazionale che sempre più spesso mette alla prova stabilità e continuità nel sistema della moda, l’evento milanese assume aspetto di testimonianza: affermare che lo stile può durare, che il processo creativo non si interrompe con la morte, ma diventa memoria attiva.
La moda, dunque, si fa rito civile: non più solo vetrina del presente, ma custode del passato, specchio dell’identità e promessa di continuità. E Milano, città che dell’eleganza ha fatto un pilastro, accoglie questo momento con rispetto e consapevolezza: la passerella finale di “Re Giorgio” diventa un’occasione per riflettere su che cosa significhi la moda quando diventa eredità.


