Negli ultimi anni, l’investimento nei cosiddetti “fine wines” non offre più i guadagni facili di un tempo. Tuttavia, per gli appassionati che acquistano i grandi vini per berli al momento giusto o coltivare una passione, il mercato presenta alcuni spiragli positivi. Ad esempio, nella classifica 2025 stilata da Liv‑Ex, la piattaforma di riferimento per il mercato secondario dei vini, l’Italia segna una performance in crescita .
Liv‑Ex, aggiornando i criteri, ha tagliato del 23% i livelli di prezzo che determinano i tier, riflettendo il trend del suo indice più ampio, il Liv‑Ex 1000, nel periodo giugno 2023–giugno 2025 . Pur con la Francia saldamente al vertice, con 207 etichette totali (inclusi 48 nella fascia più alta e 85 nella seconda), l’Italia si distingue con 86 vini presenti, rispetto ai 65 del 2023 . La Toscana contribuisce con 45 etichette, il Piemonte con 36, mentre altre regioni come Veneto, Umbria e Abruzzo figurano con pochissimi vini .
La selezione di Liv‑Ex si basa su vini scambiati almeno 12 volte e appartenenti ad almeno 5 annate differenti nel periodo 1° luglio 2024–30 giugno 2025 . Nella fascia più alta (Tier 1), che raccoglie 66 vini da 5 Paesi scambiati a oltre 2.839 sterline a cassa, le firme italiane che si distinguono sono Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, Masseto (Frescobaldi), il 100 % Sangiovese IGT Toscana di Soldera Case Basse, Brunello di Montalcino Riserva Biondi‑Santi, Barbaresco Sorì San Lorenzo di Gaja, Barolo Falletto Vigna le Rocche di Bruno Giacosa, Barolo Monvigliero di Burlotto, Lodovico di Tenuta di Biserno e Matarocchio di Guado al Tasso (Antinori) .
Nella seconda fascia (Tier 2), che include vini scambiati tra 781 e 2.838 sterline, figurano ben 42 etichette italiane: dal Barolo Brunate di Giuseppe Rinaldi all’Alzero Cabernet Franc di Quintarelli, dall’Amarone della Valpolicella Classico di Quintarelli allo Solaia di Antinori, fino al Sassicaia di Tenuta San Guido, al Sperss di Gaja, al Tignanello e molti altri .
Le fasce inferiori (Tier 3, 4 e 5) includono rispettivamente 20, 13 e 2 vini italiani, con una presenza che copre denominazioni di rilievo come Luce della Vite, Bolgheri Superiore, Chianti Classico Gran Selezione e due etichette di Piemonte e Toscana.
Crescita netta e concreta: l’Italia guadagna posizioni nella classifica mondiale, passando da 65 a 86 etichette, un segnale di forte vitalità del settore vitivinicolo italiano.
Leadership regionale: grazie a regioni come Toscana e Piemonte, il Belpaese rafforza la sua reputazione nell’ambito dei vini di alta gamma.