Nella sede del suo Teatro, la città rende omaggio a uno dei simboli dell’eleganza italiana. Camera ardente aperta al pubblico, funerali in forma privata. Lutto cittadino a Milano e Piacenza.
Milano si è fermata. Nel cuore del distretto della moda, tra le vie che lo hanno visto crescere come stilista e imprenditore, si è aperta la camera ardente per Giorgio Armani. L’Armani/Teatro in via Bergognone, quartier generale creativo della maison, si è trasformato in un luogo di raccoglimento, dove migliaia di persone stanno rendendo omaggio a colui che per oltre mezzo secolo ha vestito il mondo con la sua idea di eleganza senza tempo.
Un’atmosfera intima e solenne avvolge la sala: lanterne soffuse illuminano il feretro, adagiato su una pedana centrale e sormontato da un candido mazzo di rose bianche. Nessuna ostentazione, nessun lusso fuori luogo. Solo luce, silenzio e rispetto. È l’addio che lo stilista aveva immaginato: sobrio, discreto, coerente con la sua visione estetica e umana.
L’apertura al pubblico si concluderà domenica 7 settembre, alle 18:00. L’accesso è regolato con ordine, mentre una corsia dedicata consente ai dipendenti dell’azienda — che Armani ha sempre considerato una famiglia — di salutare il fondatore con riservatezza. All’ingresso, le telecamere sono bandite: una scelta voluta per garantire che il momento non venga strumentalizzato o trasformato in spettacolo.
Lunedì 8 settembre si terranno i funerali, in forma privata, come da volontà del designer. Niente cerimonie pubbliche, niente passerelle di celebrità: Armani ha chiesto di essere ricordato con la stessa essenzialità che ha contraddistinto la sua intera carriera.
In segno di lutto, le città di Milano e Piacenza — dove Giorgio Armani nacque nel 1934 — hanno proclamato una giornata di commemorazione. Le bandiere degli edifici pubblici sono a mezz’asta, e il cordoglio ha superato i confini nazionali. Dalla politica alla moda, dal mondo dello spettacolo all’industria, il tributo è stato unanime: se ne va l’ultimo grande maestro di una generazione che ha reso il Made in Italy una bandiera globale.
I suoi collaboratori, attraverso una nota ufficiale, hanno espresso il desiderio di proseguire il cammino tracciato da lui:
“In questa azienda ci siamo sempre sentiti parte di una famiglia. Ci impegniamo a proteggere ciò che ha costruito e a portare avanti la sua visione con rispetto, responsabilità e amore.”
Anche l’ultimo commiato conferma ciò che Armani è stato: un uomo riservato, rigoroso, capace di trasformare la moda in linguaggio e in cultura, senza mai cedere all’eccesso. Una figura che ha fatto dello stile una forma di misura, e del silenzio un tratto distintivo più eloquente di qualsiasi parola.
Milano lo saluta così, nel silenzio. Con lanterne accese, fiori bianchi e gratitudine.


