Giorgio Armani, fondatore e anima dell’omonima casa di moda, mantiene il controllo quasi assoluto del gruppo: una quota pari al 99,9% è nelle sue mani, mentre il residuo 0,1% è intestato alla Fondazione Giorgio Armani, costituita nel 2016.
La struttura societaria era sta pensata per garantire continuità e stabilità anche in futuro. Lo statuto prevede sei diverse categorie di azioni, dalla “A” fino alla “F”, ciascuna potenzialmente associata a diritti specifici. Questo assetto permette di differenziare il peso e il ruolo dei soci all’interno della governance, qualora ce ne fosse bisogno.
Nel consiglio di amministrazione, oltre ad Armani stesso e al suo braccio destro Leo Dell’Orco, siedono anche tre membri della famiglia: Silvana Armani, Roberta Armani e Andrea Camerana, nipoti dello stilista. Una presenza che rafforza l’idea di una successione gestita internamente, con figure di fiducia già operative nei meccanismi decisionali.
L’attenzione alla governance, insieme a una gestione prudente e indipendente, conferma la volontà del fondatore di preservare l’identità e l’autonomia del gruppo anche oltre la sua figura.


