Per la prima volta negli spazi di via Mottalciata, presso la Galleria Franco Noero, è ospitata la mostra personale di Pier Paolo Calzolari, artista nato a Bologna nel 1943.
L’artista ha concepito una mostra di opere, come spiega il testo curatoriale, appartenenti alla sua ultima produzione e a quella di anni recenti, riunite per la prima volta in Italia, che dimostrano il suo costante interesse per un argomento di attualità come la pittura e per gli elementi che ne fanno parte. Pier Paolo Calzolari è considerato uno degli artisti più importanti in Europa dal dopoguerra e si è subito contraddistinto per la sua capacità di far dialogare la pittura e la scultura, divenendo una figura di riferimento nell’Arte povera, anche se si è sempre espresso in maniera critica nei confronti delle avanguardie, che rivendicano rivoluzioni e cambiamenti, in una rottura totale con il passato. I materiali utilizzati nelle sue opere sono quelli che ne costituiscono la cifra artistica, materiali che hanno un riferimento diretto con gli elementi primari dell’aria, del fuoco, della terra e dell’acqua e che si rifanno alle loro qualità di essenzialità e purezza, cui si aggiungono qualità tattili specifiche del singolo materiale, come la ruvidezza cristallina del sale, lo spessore morbido del cotone dei mollettoni e le sottili lastre di metallo plasmato, su cui si innesta la narrazione, costituita da elementi tonali quali conchiglie, piume, petali di fiori e frutti disseccati, lumini, che concorrono ad una lettura poetica del cosmo.
Lo spettatore ha la costante sensazione di essere sollecitato nella sospensione tra due o tre dimensioni, in uno spazio paritetico sia in verticale sia in orizzontale, dove la terza dimensione è rappresentata da quanto è poggiato a terra o sul piano dell’opera a parete. La negazione dello spazio prospettico è a favore di una rappresentazione ad esso precedente, che pone l’accento sulla trama delle superfici percepite nella loro eleganza, sul colore e sugli oggetti che partecipano all’opera presentandosi come sono in realtà, cioè nella loro tridimensionalità.
Sono tre le opere di grandi dimensioni che dominano lo spazio della stanza principale della galleria, illuminate dal lucernario centrale. La prima è intitolata “Valori plastici” e cita il movimento omonimo, racchiudendo in sé sia gli elementi caratteristici degli esordi negli anni Sessanta, quali l’energia mutevole e trasformativa degli elementi ghiaccianti, sia quelli che si riferiscono alla citazione e alla decostruzione della pittura, che viene confinata nella sua terza dimensione. Si tratta di un tableau vivant simile nell’impianto ad una natura morta, in cui spiccano le forme di un uovo, un omaggio a Piero Della Francesca molto probabilmente, e un’enigmatica sfera nera, sullo sfondo di una tela color rosa carne. L’opera è completata da un’asta di legno, del fil di ferro e un tappeto di piombo sul pavimento; l’installazione mostra la totale inosservanza dei confini e rende omaggio al realismo magico di Felice Casorati.
Nelle altre due opere nella stessa stanza sono presenti un paio di bottiglie snelle di rame compenetrate in una pioggia argentea di fiori recisi, che attraversano la tela in verticale. Sul fondale di sale nero puntine colorate si accendono quasi come minuscole stelle sulle punte fiorite di un ramo. L’idea del colore è tonale, cromie si alternano a monocromie e queste due opere paiono un omaggio all’arte di Giorgio Morandi.
La stanza su via Mottalciata, infine, è caratterizzata dalla monocromia di gialli e di blu, che contraddistingue tre grandi opere, un ordito di fondo lascia comparire i contorni appiattiti di un limone su di una tovaglia. Il blu attraversa verticalmente la superficie di sale bianco circondata di piombo nella parete opposta.
Nella lunga parete parallela alle finestre a dominare è la forma di un bonsai. Terra e cielo si incontrano anche in ‘Trittico Haiku’ dell’ultima stanza, contraddistinto da un prato di steli e di petali eterei. Il quadro finale presenta pigmenti violacei che irrompono, come un iris o una fiamma che brucia, su un fondo saturo.
Con la sua interpretazione francescana dell’arte Pier Paolo Calzolari ha inserito nella sua palette gli elementi della natura, sorella acqua e fratello fuoco, in una visione comunque laica che pervade la sua opera di valori creativi e poetici.

