Nel mese di giugno 2025, il commercio al dettaglio mostra timidi segnali di vitalità. I dati diffusi da Istat e rielaborati dall’Ufficio studi di Confcommercio indicano un aumento delle vendite pari allo +0,6% in valore e +0,4% in volume rispetto al mese precedente. A sostenere l’incremento è soprattutto il comparto alimentare, che registra una crescita del +1,4% in valore e +1,1% in volume. Più statico, invece, l’andamento del non alimentare, pressoché stabile.
Tuttavia, il bilancio semestrale restituisce un quadro meno incoraggiante. Nei primi sei mesi dell’anno, i volumi di vendita segnano una contrazione dell’1% su base annua, segnale di una ripresa ancora incerta e disomogenea.
Rialzi selettivi, frenano moda e arredo
A livello settoriale, l’andamento risulta frammentato. Crescono in modo significativo le vendite di profumeria (+3,7%) e elettronica di consumo (+3,5%), mentre il comparto abbigliamento e pellicceria continua a perdere terreno, con un calo del -3,4%, seguito da mobili e tessili per la casa in flessione del -2,9%.
Anche sul fronte distributivo emergono dinamiche divergenti: il commercio elettronico segna una performance positiva con un +4,1% in valore, a fronte di un’ulteriore contrazione delle piccole superfici (-1,7%).
Ripresa a rischio: pesano fiducia e contesto globale
Nonostante il dato congiunturale positivo, Confcommercio invita alla cautela. Il miglioramento di giugno — influenzato anche da fattori stagionali — potrebbe rappresentare un’eccezione più che l’inizio di un trend strutturale. La fiducia delle famiglie resta contenuta, mentre lo scenario macroeconomico e geopolitico continua a pesare sulle aspettative di spesa.
In sintesi, la ripresa del commercio al dettaglio appare ancora fragile, disomogenea tra settori e formati, e strettamente legata all’evoluzione del quadro economico generale. Occorrono segnali più ampi e duraturi per parlare di vera inversione di tendenza.