Presentata al Parlamento Europeo una nuova analisi sul comparto del lusso, condotta da ECCIA (European Cultural and Creative Industries Alliance) con il supporto di Bain & Company. Lo studio mette in luce l’impatto significativo di questo settore, che impiega circa 2 milioni di persone e contribuisce all’11,5% delle esportazioni dell’Unione Europea.
Secondo le stime, il mercato globale del lusso potrebbe raggiungere i 2.500 miliardi di euro entro il 2030. In Europa, il comparto genera un valore aggiunto lordo di circa 410 miliardi di euro e rappresenta una leva chiave anche per il turismo: circa un turista su due ad alto potenziale sceglie il continente per l’offerta di beni di alta gamma.
«Il settore del lusso non è solo motore economico, ma anche ambasciatore del talento e dell’identità europea nel mondo – ha dichiarato Stefania Lazzaroni, direttrice generale di Altagamma –. Le imprese investono fino al 3% del proprio fatturato in sostenibilità e fino al 5% in formazione, con una crescita occupazionale che ha registrato 160.000 nuovi posti di lavoro dal 2019».
Claudia D’Arpizio, partner di Bain & Company, ha sottolineato come l’Europa detenga una posizione dominante nel mercato globale del lusso, con il 70% della quota complessiva, grazie alla sua capacità di innovare preservando le tradizioni artigianali.
Tuttavia, secondo Michael Ward, presidente di ECCIA, non mancano elementi di criticità. Le incertezze geopolitiche e l’introduzione di dazi potrebbero ostacolare la competitività internazionale delle imprese, mettendo a rischio margini e catene di fornitura.