In occasione del bicentenario della nascita di Giovanni Fattori, XNL Piacenza ospita una grande mostra dedicata al celebre artista, a cura di Fernando Mazzocca, Elisabetta Matteucci e Giorgio Marini, e prodotta dall’editore Dario Cimorelli. Intitolata “Giovanni Fattori 1825-1908. Il genio dei macchiaioli”, l’esposizione presenta ben 170 opere, tra dipinti e disegni, visitabili negli spazi espositivi di XNL fino al 29 giugno.
La selezione include cento dipinti e settanta incisioni e disegni, scelti per offrire una visione ampia e approfondita del lavoro di Fattori, mettendone in luce anche gli aspetti meno noti. Dai ritratti, tra i più intensi e significativi del XIX secolo, ai paesaggi naturali dipinti en plein air, fino alle scene di vita contadina – soprattutto quelle ambientate in Maremma – l’artista esalta la semplicità del mondo rurale, in netta contrapposizione con l’universo urbano che detestava e considerava simbolo di alienazione e miseria.
Realizzata in collaborazione con l’Istituto Matteucci di Viareggio, la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza e l’Istituto Centrale per la Grafica di Roma, la mostra rappresenta anche un’importante occasione di ricerca storica. Ricostruisce con precisione la biografia di Fattori, evidenziandone l’evoluzione artistica, la poetica personale e il ruolo fondamentale all’interno del movimento dei macchiaioli.
Un aspetto della sua produzione riscoperto con questa esposizione è la pittura militare, attraverso la quale Fattori offrì una lettura originale e mai retorica del Risorgimento. I suoi “quadri di soldati”, come amava definirli, includono opere di grande respiro come Il campo italiano dopo la battaglia di Magenta, L’assalto alla Madonna della Scoperta e La battaglia di Custoza, che gli valsero prestigiosi riconoscimenti e furono acquistate dallo Stato italiano. Tuttavia, questi successi non cambiarono significativamente la sua condizione economica, nonostante il plauso di ministri e sovrani, tra cui re Umberto I e la regina Margherita.
Negli anni Settanta dell’Ottocento, Fattori tornò a dipingere scene militari, caricate ora di un forte messaggio di denuncia contro la violenza e di disillusione verso un Risorgimento percepito come tradito.
La mostra dedica infine due sezioni alla produzione grafica dell’artista, composta da incisioni e disegni, molti dei quali inediti e provenienti dall’Istituto Centrale per la Grafica di Roma. In questa fase matura della sua carriera, Fattori rinnova la propria poetica attraverso la sperimentazione grafica, influenzando profondamente lo sviluppo della grafica italiana del Novecento.
Il suo contributo, infatti, non si esaurisce nell’Ottocento: il suo stile ha lasciato un’impronta su artisti e intellettuali del secolo successivo. Critici come Ugo Ojetti ed Emilio Cecchi, e artisti come Giorgio De Chirico, hanno riconosciuto l’importanza della sua ricerca formale. L’esposizione mette in evidenza anche i legami tra la pittura di Fattori e il cinema italiano, in particolare nei film di Luchino Visconti come Senso (1954) e Il Gattopardo (1963), ispirati alle sue atmosfere visive.