Dal 9 aprile al primo settembre 2025, la Fondation Louis Vuitton di Parigi dedica una mostra inedita a David Hockney, artista britannico nato a Bradford nel 1937 e considerato tra i più influenti del Novecento.
L’esposizione raccoglie quattrocento opere, che spaziano dalla pittura a olio e acrilico ai disegni realizzati su iPhone, ripercorrendo settant’anni di carriera con un focus particolare sugli ultimi venticinque anni. Questo taglio curatoriale spiega anche l’origine del sottotitolo della mostra, che – nelle intenzioni della curatrice Suzanne Pagé – rappresenta un modo simbolico per celebrare la primavera.
Il sottotitolo recita infatti: “Do remember they can’t cancel the Spring”, citazione di un’opera realizzata durante la pandemia, raffigurante vivaci narcisi gialli. È la natura, infatti, a offrire ancora speranza di rinnovamento e rinascita, in mezzo a paura e incertezza.
Bernard Arnault, presidente della Fondazione, commenta così:
“Hockney incanta le nostre emozioni e i nostri pensieri. Ci invita a scoprire noi stessi.”
“Questa mostra significa moltissimo perché è la più grande che abbia mai avuto,” ha dichiarato lo stesso Hockney, coinvolto in prima persona nell’organizzazione insieme al direttore del suo studio Jean-Pierre Gonçalves, alla direttrice artistica Suzanne Pagé, a François Michaud della Fondation Louis Vuitton e al curatore ospite Norman Rosenthal.
Il percorso espositivo si apre con una selezione di lavori risalenti agli anni Cinquanta e Settanta, che raccontano gli esordi dell’artista a Bradford e i suoi primi viaggi in California. Seguiranno opere che rivelano il suo interesse per la natura, culminando con una ricca sezione dedicata alla produzione più recente, realizzata in Normandia, nello Yorkshire e a Londra, con lavori come “May Blossom on the Roman Road” (2009) e “Bigger Trees Near Warter” (2007).
Una sezione particolarmente ampia è riservata alle tecniche miste, tra cui opere su iPad e dipinti in acrilico, dove la tecnologia dialoga con supporti tradizionali. Spicca la serie “Hockney 220 for 2020”, dedicata alla Normandia, che occupa un intero piano, accanto a una selezione di paesaggi in acrilico capaci di restituire luci e atmosfere della regione, evocando i toni delle opere di van Gogh.
Il dialogo tra Hockney e i maestri del passato trova piena espressione all’ultimo piano della mostra, dove emergono riferimenti che spaziano dal Rinascimento ai modernisti, tra cui Fra Angelico, Cézanne, van Gogh e Picasso, in un allestimento che trasforma lo studio dell’artista in una sala da ballo.
Chiude l’esposizione una sala più intima, con le opere più recenti dipinte a Londra nel 2023, ispirate a Munch e William Blake, in cui storia, geografia e astronomia si intrecciano in una dimensione spirituale e simbolica.