Il 2024 si avvia alla conclusione con segnali contrastanti per il settore vitivinicolo italiano. Da un lato, le esportazioni mostrano un recupero significativo, con una crescita stimata superiore al 4% in valore rispetto all’anno precedente, superando la soglia degli 8 miliardi di euro secondo le analisi di Nomisma Wine Monitor. Dall’altro, il mercato interno continua a risentire delle pressioni inflazionistiche, che hanno determinato un calo delle vendite a volume nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO) di circa l’1,5% nei primi nove mesi dell’anno, un trend difficilmente invertibile entro fine anno.
Esportazioni in ripresa nonostante le difficoltà globali
Sul fronte internazionale, il contesto resta complesso, con tensioni geopolitiche e un rallentamento economico globale che, nei primi nove mesi del 2024, hanno comportato un calo aggregato del -2,6% negli acquisti di vino nei principali 12 mercati mondiali, responsabili di oltre il 60% del valore delle importazioni globali. Tuttavia, alcune eccezioni spiccano: Cina e Brasile hanno registrato crescite marcate sia in valore che in volume. Il mercato cinese, in particolare, ha segnato un incremento del +27%, favorito dal ritorno dei vini australiani dopo la rimozione dei dazi straordinari introdotti nel 2021.
Performance dei vini italiani sui mercati esteri
Per l’Italia, gli Stati Uniti e il Canada hanno trainato la crescita dei vini fermi imbottigliati, mentre gli spumanti italiani hanno continuato a guadagnare terreno in mercati chiave come Australia, Francia, Stati Uniti, Canada e Regno Unito. Un ruolo di primo piano è stato giocato dal Prosecco, che ormai rappresenta il 20% del vino italiano esportato, consolidandosi come un pilastro fondamentale per l’export del settore.
Il mercato interno ancora sotto pressione
A livello domestico, il mercato continua a subire gli effetti dell’inflazione, che hanno pesato sulla capacità d’acquisto dei consumatori. Nonostante un calo più contenuto rispetto al 2023, le vendite nella GDO rimangono in flessione, evidenziando una contrazione che, nei primi nove mesi del 2024, si è attestata al -1,5% in volume.
Prospettive future
L’export si conferma il motore principale del comparto, trainato da prodotti simbolo come gli spumanti, ma il mercato interno richiede strategie mirate per stimolare la domanda e sostenere le vendite, soprattutto in un contesto economico che continua a mostrare segni di debolezza. La resilienza del settore e la capacità di adattarsi alle sfide globali saranno determinanti per il consolidamento della leadership italiana nel panorama vitivinicolo mondiale.
“Al di là dell’ennesima performance positiva degli spumanti, l’export di vino italiano risulta influenzato da numerosi fattori, sia di carattere geopolitico che economico e che stanno portando le imprese ad una maggior diversificazione dei mercati presidiati” – sottolinea Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor di Nomisma-“Il rischio di dazi aggiuntivi sulle importazioni negli Stati Uniti potrebbe generare impatti indiretti nell’export anche in altri mercati importanti per il vino italiano come quello tedesco, la cui economia già sotto pressione, potrebbe ulteriormente indebolirsi, alla luce dell’obiettivo di Trump di ridurre il deficit della bilancia commerciale americana e che nel caso del rapporto con la Germania è pari a circa 80 miliardi di euro”.