L’industria dei servizi immobiliari in Europa (gestione, consulenza, progettazione, ecc.) negli ultimi dieci anni è cresciuta più delle costruzioni: più 60 per cento, rispetto a più 55 per cento. In Italia lo sviluppo è più recente, ma sta recuperando in fretta, con un incremento del 45 per cento. Nel 2023 il fatturato dei servizi immobiliari ha toccato i 40 miliardi di euro con un incremento del 9,6 per cento sull’anno precedente. Ma il fatturato medio per dipendente è aumentato del 26,5 per cento a dimostrazione che ci sono ampi margini di crescita. In Italia, il peso di costruzioni e attività immobiliari rispetto al Pil è cresciuto ancora nel corso del 2023 raggiungendo e superando quota 19,5 per cento, allineato alla media continentale del 19,4, grazie a un aumento di dieci punti base del settore delle costruzioni e di cinquanta punti base del comparto delle attività immobiliari.
E’ quanto emerso dal rapporto sulla filiera dei servizi immobiliari in Europa e in Italia realizzato da Scenari Immobiliari e presentato in occasione del primo Forum nazionale sull’industria dei servizi immobiliari.
“Il mercato italiano ha dimostrato, e sta continuando a dimostrare, una solida capacità di resilienza e una buona tenuta nonostante il perdurare, e il susseguirsi di sempre nuove, tensioni e conflitti geopolitici – ha detto Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari in apertura del Forum -. La vera rivoluzione del settore immobiliare è l’impressionante crescita delle attività al servizio non solo di una gestione più efficiente, ma anche della progettazione, della vendita. L’immobile diventa un luogo intorno a cui si accentua la presenza di servizi sempre più innovativi e la tecnologia la fa da padrona”.
A differenza del Regno Unito, nei principali Paesi europei, nel corso del 2023 si è assistito a una crescita (o stabilizzazione nel caso della Francia), del contributo apportato da costruzioni e attività immobiliari alla formazione della ricchezza complessiva, con il secondo settore analizzato che continua a concorrere alla ricchezza nazionale per una quota doppia rispetto all’apporto fornito dalle attività edilizie.
“Il 2024 si sta rivelando dunque un nuovo momento di cambiamento per il real estate, caratterizzato da dinamiche di crescita e fondamentali economici irregolari e peculiari rispetto ai diversi mercati con livelli di rischiosità in rapida riduzione a partire dal secondo semestre e un riallineamento con gli andamenti storici di comparto in grado di offrire maggior certezze agli operatori e agli investitori riguardo i risultati attesi ”, ha sottolineato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari. “I prossimi dieci anni saranno caratterizzati da cambiamenti di carattere sociale ed economico ancora più straordinari del decennio precedente. L’evoluzione continua è caratteristica affine alla creatività che ha permesso e permetterà il costante mutamento di modalità di vita e relazioni. In un contesto in continua trasformazione, il settore immobiliare rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell’economia globale, collegato a ogni cambiamento di qualsiasi elemento strutturale. La filiera dei servizi immobiliari continuerà a essere protagonista e a rappresentare il supporto indispensabile alla complessiva trasformazione”.