Produzione di vino toscano in calo del 26% nel 2023 rispetto alla campagna precedente e coltivazione di frutti esotici triplicata negli ultimi 5 anni in Italia. Ciononostante, non è il cambiamento climatico la maggiore preoccupazione per la viticultura regionale secondo quanto emerso all’anteprime del vino toscano.
Nell’Auditorium della Camera di Commercio di Firenze i dati diffusi da Ismea e commentati da Fabio del Bravo, dirigente della direzione servizi per lo sviluppo rurale, lasciano spazio a ben pochi dubbi.La pressione inflativa che, come è noto, l’anno scorso ha causato una notevole riduzione dei consumi alimentari, ha pesato anche sul vino, e quindi anche su quello toscano: in Gdo il calo è del 5,8%, superiore a quello generale dei vini Dop italiani (-3,4%) e di quelli fermi (-3,6%).
l vino toscano, sostanzialmente quello rosso e fermo, pari al 96% di quello esportato, ha perso il 13% a volume e il 5% a valore, rimanendo sotto i 700 mila ettolitri, una dato che porta indietro la lancetta dell’orologio a più di 10 anni fa. Anzi, se guardiamo proprio gli ultimi 10 anni, l’export di vino toscano è in perdita del 30 per cento.
È proprio la riduzione della domanda Usa con un -20% in volume e un -3% in valore a incidere profondamente sul risultato finale, essendo non solo il primo mercato al mondo, ma anche storicamente quello che ha regalato più soddisfazioni e successi proprio al vino toscano.