In due mesi il traffico commerciale che passa per il Canale di Suez è diminuito del 42% a causa degli attacchi degli Houthi dello Yemen alle navi cargo, costrette a navigare attorno al Capo di Buona Speranza. Lo afferma il capo della conferenza delle Nazioni Unite su commercio e sviluppo (Unctad), Hoffman. E il Piemonte osserva con apprensione.
«Abbiamo già toccato con mano la crisi, abbiamo perso quasi un mese di operatività. E perderemo ulteriore tempo, visto che non pare che la situazione possa risolversi a breve». Chi parla è Ascanio Borchi, presidente della Commissione logistica per Confindustria Piemonte, ma anche presidente del terminal Rail hub Europe (gruppo Gavio), dove si caricano e scaricano treni provenienti dai porti, soprattutto treni container. Un osservatorio di prima linea, di questi tempi. «Inizialmente, le navi si erano fermate lì e aspettavano, per capire l’evoluzione della situazione. Quindi sono ripartite tutte assieme, decidendo di percorrere il periplo dell’Africa, ma allungando la navigazione: da 26-30 giorni di tempo si è passati ad almeno 10-15 giorni in più, che si sommano all’attesa iniziale».
L’allarme su Suez viene rilanciato anche dal mondo artigiano. «La nostra regione è la quinta più esposta, con oltre 4 miliardi di euro di merci esportate via mare attraverso il Canale di Suez e il Mar Rosso — dice Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino — . Circa la metà delle merci ricade su Torino e provincia, mentre viene rallentato se non ridotto l’approvvigionamento di prodotti essenziali per la trasformazione della nostra manifattura». Ma anche altri costi sono a rischio: «Il Qatar ha deciso di sospendere il passaggio delle sue navi cisterna con il gas naturale liquefatto, con il rischio concreto di una nuova impennata dei prezzi dell’energia. Dall’approccio attendista rischiamo di degenerare in recessione». «Quello che ci preoccupa di più — conclude De Santis — è che il caos forniture possa lasciare un segno sull’inflazione. Questo potrebbe convincere Fed e Bce a fare marcia indietro sulla promessa di tagliare i tassi di interesse, con effetti drammatici per il nostro accesso al credito». Nei giorni scorsi, però, il presidente di Iren, Luca Dal Fabbro, ha rassicurato su eventuali aumenti legati alla crisi di Suez: «L’impatto sarà molto ridotto e non avrà alcun effetto sulle bollette».
“Preoccupati che gli attacchi alle spedizioni stiano aggiungendo tensioni al commercio, esacerbando le perturbazioni commerciali esistenti dovute alla geopolitica e ai cambiamenti climatici”, ha sottolineato Hoffman.