Con la leggerezza che gli era tipica, Paul Klee ebbe a descrivere l’attività del disegno come portare a spasso una linea. La leggerezza è parte da sempre del linguaggio di Alberta Ferretti, che questa stagione continua il dialogo con le donne, vero motore di tutto il suo lavoro, portando in viaggio tutta una serie di linee: righe, nastri, reti, intagli. È un percorso, come sempre, fatto di equilibri e contrasti impalpabili, volitivo e delicato, sottile ma incisivo. La collezione ha una doppia anima: da un lato concreta e pragmatica, dall’altro delicata e sognante, in entrambi i casi presente e seducente. Il viaggio si apre con una serie di camicie e pantaloni in cotoni freschi esaltati dal ritmo di righe decise su sfondi azzurri. Si accompagnano a tailleur dai pantaloni larghi e le giacche costruite.
La silhouette è fluida e verticale, cortissima oppure lunghissima, senza mezze misure. Le tasche sono elemento decorativo e insieme funzionale, poggiate sui fianchi come baschine o cinture. Questa precisione dal piglio morbidamente maschile cede presto il passo ai drappeggi e alle impalpabili leggerezze di cui Alberta Ferretti ha fatto una personalissima sigla. Le femminilità soft di sempre acquista però una nuova sensualità. Catene intrecciate aprono oblò e segnano scollature, mentre coulisse e tiranti consentono di adattare le forme sul corpo, di scoprirlo in modo più o meno deciso, lasciando in vista lembi di pelle. È la donna a decidere; è sul suo sentire che tutto si plasma.
Il viaggio delle righe prosegue fino a sera, quando queste diventano nastri di seta che danzano e si intrecciano sul corpo in un disegno di puro ritmo che prosegue sulle borse e sulle scarpe dalle zeppe a cuneo. Le stampe floreali aggiungono una allure pittorica e sensuale all’amalgama di georgette, popeline, tela di lino e seta: materiali naturali esaltati dalla palette di toni caldi e neutri punteggiati da note di corallo e amarena. Una visione di leggerezza e movimento, affermazione definitiva di una femminilità mai statica